F1, Morosini in pista: in Ungheria regalino della Ferrari ad Hamilton (che ringrazia e allunga)

Lewis Hamilton ringrazia ancora la Ferrari. Stavolta ringrazia il muretto per le decisioni della qualifica. E ringrazia il team meccanici per il pit stop eccessivamente lungo di Sebastian Vettel. La Ferrari esce dai Gp di Germania e Ungheria con due sconfitte.
F1, Lewis Hamilton
F1, Lewis Hamilton Fabrizio Radaelli

Lewis Hamilton ringrazia ancora la Ferrari. Stavolta ringrazia il muretto per le decisioni della qualifica. E ringrazia il team meccanici per il pit stop eccessivamente lungo di Sebastian Vettel che potendo uscire, per quel che aveva fatto in pista, davanti a Bottas è invece uscito dietro e ha così perso l’occasione per poter inseguire Hamilton che, con gomme soft, guidava la gara com meno di 9 secondi di vantaggio sul ferrarista che invece aveva le supersoft.


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La Ferrari avrebbe dovuto evitare che Bottas potesse fare, come ha fatto, il tappo per impedire alle Ferrari di restare attaccate ad Hamilton e a mettergli pressione. Hamilton, Bottas e Raikkonen sono partiti con gomme ultrasoft, Vettel con le soft. Segno che la Ferrari, come avevo previsto sabato, aveva in animo di mettere pressione con Raikkonen prima o Bottas e poi ad Hamilton. Invece in partenza Raikkonen, dopo una buona partenza, ha ceduto la posizione a Vettel il quale si è trovato a dover mettere pressione all’avversario della Mercedes con gomme meno performanti.

Vettel, a questo punto, ha giustamente fatto la gara su Bottas contando sul fatto che, a gomme invertite, avrebbe potuto duellare con Hamilton per la vittoria. In formula 1, e nello sport più in generale, finte e controfinte ingannano spesso gli avversari. A metà corsa le posizioni erano virtuali: Vettel in testa ma con 13 secondi su Hamilton e gomme da cambiare, mentre Raikkonen con gomme soft stava assaltando Bottas, terzo con identiche gomme del ferrarista. E qui, secondo me, è scattato l’amo con l’esca che la Ferrari ha inghiottito perdendo la corsa. Bottas correva con tempi sul giro troppo elevati per essere veri, era chiaro che stava aiutando il caposquadra a dare una certa impressione: che le Mercedes, con gomme gialle, soffrivano la temperatura elevata della pista (57 gradi con 34 gradi di temperaura d’aria). Il tranello mi è apparso chiaro al pit stop di Vettel, quando cioè Bottas ha aumentato il ritmo diminuendo i suoi tempi sul giro di 2 secondi circa. Vettel ha così dovuto inseguire Bottas e, per superarlo, ci ha messo un bel po’ di tempo rimediando, nel momento del sorpasso, anche la ruotata della disperazione da parte di Valtteri, sicuramente il miglior uomo squadra della giornata. Ruotata che Bottas ha dato anche a Ricciardo, quando l’australiano della Red Bull ha cercato il sorpasso all’esterno, incrociando poi all’interno. Penso a un a una penalizzazione in secondi che non toglierà al finlandese la quinta posizione.

Nelle due gare di Germania e Ungheria, dove la Ferrari avrebbe dovuto mettere a segno due vittorie grazie alla superiorità della SF71H sulla Mercedes ha subito invece due sconfitte, cocente quella tedesca, rabbiosa quella ungherese. Perché la pole di Hamilton a Budapest, ottenuta con una scelta del team sotto la pioggia, è stata molto per il valore del campione del mondo in carica ma un po’ anche per la faciloneria del muretto Ferrari. La formula 1 va in vacanza, ritornerà in Belgio a Spa. A Maranello sarà una vacanza di lavoro, come ai tempi di Enzo Ferrari, quando le vacanze come oggi non c’erano e il Drake guidava, in officina, il lavoro dei meccanici.

Mi corre l’obbligo di rimarcare, da ultimo, la scarsa sensibilità di Lewis Hamilton. Prima dello schieramento di partenza, è stato ricordato con un breve concerto in pista il presidente della Ferrari, Sergio Marchionne. Concerto che tutti i piloti e i componenti delle squadre hanno ascoltato, sotto il sole cocente, in raccoglimento e a capo scoperto. Tutti, tranne Hamilton che ha preferito ripararsi dal sole con un ombrellino. Noblesse oblige…