Ogni anno che arriva il GP di Montecarlo, Margherita Bandini è assalita dai tristi ricordi. Fu, infatti, in quel gran premio che ebbe un gravissimo incidente e poi morì suo marito Lorenzo, pilota della Ferrari. Era il 7 maggio 1967, Lorenzo arrivò velocissimo ( e c’era un motivo) alla chicane del porto, scivolò su una macchia d’olio, lasciata dal motore di Jack Brabham, e andò a sbattere in una bitta di ormeggio nascosta da un cartellone pubblicitario.
La Ferrari decollò e ricadde a terra, capovolgendosi e prendendo fuoco. Le fiamme furono alimentate dalle balle di fieno poste a bordo pista. I soccorsi non intervennero tempestivamente, anche perché tratti in inganno dallo sventolio dello striscione strappato, i pompieri monegaschi pensavano che il pilota fosse finito in acqua.
In quegli attimi il principe Juan Carlos di Borbone, caro amico di Bandini, scavalcò le transenne e tentò di aiutare il pilota, subito seguito dal rivale ma suo grande amico Giancarlo Baghetti. Fu il loro intervento a trascinare i pompieri verso la monoposto in fiamme. Solamente quando l’incendio venne domato e l’auto fu raddrizzata, tre minuti e mezzo dopo l’impatto, si scoprì la terribile realtà: il pilota era ancora all’interno della Ferrari. Bandini venne trasportato all’ospedale in condizioni critiche, con una profonda ferita alla milza e ustioni su oltre il 60% del corpo. Purtroppo ogni tentativo dei medici di salvargli la vita risultò vano e Lorenzo Bandini si spense, dopo settanta ore di agonia, il 10 maggio 1967.
“Non ho mai perdonato a Brabham l’aver girato col motore rotto, inondando la pista”, dice oggi Margherita, bella e vivacissima ottantenne. E proprio a Margherita, in ricordo del marito, allora il pilota più amato dai tifosi italiani, la Scuderia Ferrari Club di Vedano al Lambro ha consegnato, al termine di un pranzo conviviale ricco di aneddoti e di ricordi, la tessera vitalizia di socio.
Il perché lo spiega Osvaldo Vismara, presidente del club, il primo a essere stato fondato fra tutti i sodalizi legati al Cavallino Rampante, nel lontano 1967.
“Avevamo da poco fondato il club – racconta Vismara – e il 24 aprile 1967 giorno di prove della 1000 km di Monza, ci aggiravamo per i box con il nostro striscione. I piloti Ferrari, Lorenzo Bandini e Mike Parkes accettarono di farsi fotografare con noi e il nostro striscione. Il giorno dopo Bandini, in coppia con Chris Amon, vinse la 1000 km, che allora era una corsa celebre, e da allora abbiamo considerato Lorenzo come il padrino del nostro club. In occasione del cinquantenario, l’anno scorso, la signora Margherita Bandini diventò la nostra madrina e oggi in segno di amicizia e ammirazione le consegniamo la Tessera Vitalizia della Scuderia Ferrari club Vedano al Lambro”.
Fra i numerosi aneddoti, la signora Margherita ne ricorda uno in particolare: “Quando presi da mio marito l’unico ceffone della mia vita. Eravamo a Maranello e Ferrari dette a Lorenzo e a John Surtees una berlinetta 275 GTB ciascuno. Mio marito disse: Margherita, guida tu la mia fino a Milano perché io voglio parlare con John prima che torni in Inghilterra. Mi misi al volante, davanti a loro e a un certo punto cominciai a spingere. In autostrada non c’erano limiti e il traffico era scarso, 220, 230 km all’ora. Vedevo dietro che Surtees mi faceva i fari, evidentemente pressato da Lorenzo per farmi rallentare. E io, più vedevo lampeggiare e più pigiavo sull’acceleratore: 260, 270. Arrivò il casello e subito dopo aver pagato mi fermai. Vidi Lorenzo scendere dalla macchina, mi si avvicinò e senza dire parola mi mollò un bel ceffone!”. Margherita sorride, sono passati tanti anni e al dolore sono subentrati i ricordi. Non più struggenti, ma dolcissimi.