Chi vince, chi perde? Le elezioni amministrative del 26 maggio a Desio sono passate come uno tsunami e – in un solo giorno – hanno ridisegnato equilibri politici che apparivano consolidati. Sia nel centrodestra – a lungo al potere e ora all’opposizione – sia nel centrosinistra, ora a sorpresa al governo della città con il sindaco Carlo Moscatelli eletto al primo turno.
In casa del centrodestra, per esempio, la Lega – il partito sul quale si fondava la maggioranza dell’ex sindaco, Simone Gargiulo, è passata dal 19,3 al 15,7 per cento, perdendo il 3,6 per cento e lasciando sul campo 594 voti. Una perdita secca, ma inferiore a quella che il Carroccio ha subito a livello nazionale. Fratelli d’Italia, ha invece aumentato i suoi consensi, passando dal 14,2 al 19 per cento e conquistando ben 632 voti. Un grande passo avanti. Eppure, una certa delusione serpeggia nel partito di destra perché non c’è stata quella volata che invece ha percorso il partito della Meloni in Italia.
Desio, chi vince e chi perde: nel centrodestra la Lega tiene e FdI sale ma serpeggia lo scontento

In casa progressista, gli umori sono decisamente più alti, e non solo perché Carlo Moscatelli è diventato sindaco. I Dem sono passati al 27,7 per cento, diventando il primo partito e guadagnando il 4,5 per cento e 556 voti. Ancora più straordinario il trend del Polo civico. La nuova creatura politica che ha unito le tre liste civiche Desio Libera, Desio Viva e Insieme per Desio, ha raggiunto il 19,4 per cento. Un dato mai ottenuto da una lista civica. Altro risultato fuori dall’ordinario: ha unito sotto lo stesso tetto esponenti politici delle idee più diverse, unite da un nuovo progetto politico di città attorno al quale si sono unite sensibilità diverse.
Desio, chi vince e chi perde: nel centrosinistra il Pd diventa il primo partito e il Polo civico arriva a quota 20
Non sono uscite particolarmente bene dalle urne infine i due candidati minori. Iaia Piumatti ha visto calare i consensi della sua lista di sinistra radicale del 2,5 per cento con ben 394 voti lasciati sul campo. Alessio Alberti di Desio Popolare infine con appena il 3,8 per cento paga il suo isolamento e la presenza liste e di troppi candidati estranei alla città.