Ciak, si gira: un film alla cooperativa Iride Protagonisti, in libertà, gli utenti dei Cse

Quaranta persone con disabilità coinvolte, tra attori, comparse e aiutanti, un lavoro lungo mesi e persino una colonna sonora realizzata “in casa”. Il risultato è un cortometraggio (34 minuti) di tutto rispetto. A proporlo e a girarlo la cooperativa Iride con i ragazzi che frequentano i suoi centri socio educativi di via Parma e via Boccaccio di Monza.
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iride film Alessio Ajelli

Cinema per emozionarsi, cinema per riflettere, cinema per partecipare a un’avventura o per tracciare una nuova storia. Quaranta persone con disabilità coinvolte, tra attori, comparse e aiutanti, un lavoro lungo mesi e persino una colonna sonora realizzata “in casa”. Il risultato è un cortometraggio (34 minuti) di tutto rispetto che è stato presentato al Binario 7. A proporlo e a girarlo la cooperativa Iride con i ragazzi che frequentano i suoi centri socio educativi di via Parma e via Boccaccio. Il corto “Amici come prima” ha anche partecipato all’undicesima edizione del “Festival del cinema nuovo“ di Gorgonzola ed è stato selezionato tra oltre 80 film italiani e stranieri. Un ottimo risultato, che ha fatto la felicità di operatori e utenti dell’Iride, ma che, di fatto, è solo la parte conclusiva di un progetto educativo di inclusione ben più complesso. «Un progetto avviato e sviluppato nel biennio 2016/2017 – fanno sapere dalla cooperativa – con una sceneggiatura pensata attraverso alcune domande ai ragazzi sul tema dell’invidia». «Che cos’è per te l’invidia? Cosa significa? Quando la provi? Che reazioni ti provoca?» Sulla base delle risposte fornite dagli utenti, sono state poi costruite le scene e le riprese. Un lungo lavoro in corso d’opera, frutto di discussioni, modifiche e cambiamenti frequenti. Perché il film è stato un cammino per tutti, con una rielaborazione talvolta personalissima, e anche sofferta, della tematica. Il risultato è sorprendente, anche tenuta in considerazione la tecnica di recitazione utilizzata: quella dell’assoluta spontaneità. Addio copione o parti a memoria.

Nel cortometraggio “Amici come prima” agli attori sono state illustrate la situazione e le emozioni che il personaggio doveva rendere nella scena. Le indicazioni però si sono fermate qui: ciascuno ha avuto la massima libertà d’interpretazione, la spontaneità assoluta nella scelta delle parole e dell’espressività. Il lavoro ha portato gli operatori al coinvolgimento di diverse realtà partner. Tra i tanti soggetti, anche l’attore Edoardo Leo, che ha amichevolmente partecipato alla realizzazione del cortometraggio. E che dire della colonna sonora? Una sorta di valore aggiunto alla produzione del cortometraggio. Il testo della canzone ricorrente nel film è stato scritto da Alessandro Igor Tadini (utente del Cse di cia Parma). La traccia è stata ri-arrangiata dall’autore appassionato di musica, in collaborazione con il gruppo musicale Iris Band, di cui fanno parte alcuni volontari della onlus.

Ma non è certo finita qui l’avventura cinematografica dell’Iride, non nuova alla realizzazione di film. C’è anche un bel lavoro realizzato sul “Fuori onda” dei ragazzi: Manuel Asperges, altro utente del Cse di via Parma, ha realizzato un filmato dietro le quinte del corto, con l’obiettivo di raccogliere le interviste dei protagonisti. Con una sola finalità: far emergere e vivere allo spettatore la lettura personale dei partecipanti al progetto. Perché la realizzazione del film è stata un’esperienza di vita vera. Davanti e dietro le quinte. Tra i responsabili e gli operatori della cooperativa Iride c’è particolare soddisfazione per il percorso realizzato. L’Equipe educativa che ha seguito il progetto ha verificato sul campo la gratificazione personale degli utenti che si sono sentiti protagonisti di qualcosa di unico. I ragazzi si sono messi alla prova nel girare scene, nel suggerire modifiche, nel trovare i giusti abiti di scena e la giusta espressione. Mai senza una forzatura, ma lasciando libera espressività e fantasia. Altrettanto bello, e sorprendente, per i ragazzi rivedersi sullo schermo. E, non ultimo, per molti l’esperienza ha portato ad una nuova consapevolezza, grazie magari alla rielaborazione di un’emozione propria, attraverso l’interpretazione di un personaggio.