Brucia nella notte un capannoneA Seveso paura per gli extracee

Brucia nella notte un capannoneA Seveso paura per gli extracee

Seveso – Per un incendio esplode il caso “Allocchio-Bacchini”: da area dismessa, a casa di disperati. Hanno lavorato oltre tre ore i venti pompieri intervenuti nella notte tra mercoledì 26 e giovedì 27 in via Garibaldi, per domare le fiamme divampate all’interno della vasta superficie abbandonata, compresa tra la Nazionale dei Giovi e via Martini D’Ungheria, in passato sede del centro stoccaggio merci Despar.

Pompieri e carabinieri sono intervenuti sul posto qualche minuto prima delle 23 e da subito le operazioni di spegnimento sono state difficoltose. Impossibile accedere con i mezzi direttamente all’area, i cancelli erano chiusi, i vigili del fuoco hanno trovato un piccolo varco in un cancelletto su un muretto e da qui hanno fatto passare un lungo tubo di 150 metri, formato dall’incastro dei diversi manicotti. All’interno hanno dovuto divincolarsi nella trappola del piazzale, trasformato in un colabrodo per via dei tombini rubati.

In uno dei buchi rimasti scoperti, profondi anche un paio di metri, è caduto uno dei soccorritori, abile nel risalire e nel riprendere appieno l’intervento. I pompieri hanno agito su più fronti, riuscendo subito a circoscrivere la forza delle fiamme fermandole alla zona degli uffici, dove il fuoco ha divorato la controsoffittatura in legno. Le operazioni sono proseguite sino alle 2. L’origine dell’incendio è logicamente di natura dolosa, il magazzino non è rifornito di corrente, anzi è la diretta conseguenza di bivacchi. Forse qualcuno la scorsa notte nel tentativo di ripararsi dal freddo, ha accidentalmente bruciato un materasso e quindi le fiamme sono corse veloci.

All’interno dell’area ci sono evidenti segni della sopravvivenza di disperati per lo più extracomunitari clandestini, come diversi materassi sparsi sul nudo pavimento esattamente sotto il controsoffitto in fiamme, scatolette vuote, bombole del gas, che sarebbero potute esplodere, vestiti buttati alla rinfusa anche in mezzo all’erba e nel piazzale, ben visibile anche dall’esterno, qualcuno ha cercato riparo sotto una tenda in vendita in una nota catena di articoli sportivi.

Il via vai di stranieri sarebbe stato notato in passato, ma il caso di mercoledì dimostra che nel silenzio di un vecchio magazzino, c’era un’esistenza parallela di persone ai margini della società, fuggite non appena mercoledì notte hanno sentito risuonare le sirene dei carabinieri, i militari della compagnia di Seregno, e dei pompieri, volontari ed effettivi di Seregno, i colleghi di Desio e i volontari di Bovisio Masciago e Carate, che hanno garantito la fornitura d’acqua con due autobotti.
Cristina Marzorati