Biassono, muore sulla panchinadavanti all’oratorio San Francesco

E' morto improvvisamente nella tarda mattinata di domenica, forse per un malore, mentre era seduto sulla panchina di fronte al bar dell'oratorio San Francesco di via Madonna delle Nevi. Micle Maistro, nato nel 1948, era sposato ed aveva due figli.
Biassono, muore sulla panchinadavanti all’oratorio San Francesco

Biassono – Si è spento improvvisamente nella tarda mattinata di domenica, forse per un malore, mentre era seduto sulla panchina di fronte alla porta d’ingresso del bar dell’oratorio San Francesco di via Madonna delle Nevi a Biassono. La sua panchina, quella utilizzata ogni volta che si recava con la sua bicicletta in oratorio, prima di entrare al bar per comprare le caramelle ai suoi nipotini. Micle Maistro, classe 1948, sposato con due figli e residente a cascina Mantova in via Madonna delle Nevi (a due passi dall’ oratorio), è giunto in oratorio verso mezzogiorno, ha posteggiato la sua bicicletta e si è seduto sulla panchina.

In quel momento i responsabili ed alcuni clienti erano tutti all’interno del bar. Verso le 12.30, un uomo ha notato Micle assopito sulla panchina ed ha subito avvisato all’ interno del bar: “C’è un signore che dorme sulla panchina”. Usciti fuori, la tragica scoperta. Immediata la chiamata al 118. Sul posto è intervenuta un’ambulanza della Croce rossa di Villasanta, un’ automedica e i carabinieri di Biassono. Per Micle non c’è stato più nulla da fare. Sospesa la prima amichevole di calcio tra i pulcini della Leo team Biassono e dell’Atalanta. Il fischio d’inizio della partita era previsto per le 15.

“Ci dispiace perché non siamo riusciti ad avvisare in tempo i dirigenti dell’Atalanta dull’accaduto, a causa dei tempi ristetti per tutte le attività burocratiche e del nulla osta del medico legale – spiega Pino Mengo, segretario della Leo team e organizzatore della partita – e quando sono giunti tutti i piccoli dell’Atalanta abbiamo subito spiegato la situazione e l’allenatore, sentiti i vertici della società, ha deciso di non giocare la partita per rispetto dell’accaduto. Sotto l’aspetto umano è stata una scelta giusta e condivisa”.
Erica Sironi