Berlusconi, un lunedì in BrianzaFigli ad Arcore, poi al Gernetto

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Lesmo/Arcore – La macchina del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è arrivata poco dopo le 20. In una Gerno blindata dalle forze dell’ordine e asserragliata dai giornalisti, il premier è salito a villa Gernetto per una cena con un gruppo di imprenditori lombardi. Non è stato di certo un lunedì facile per il Cavaliere. Le bordate partite dalla procura di Milano sul caso Ruby, però, non hanno mutato gli appuntamenti tradizionali in Brianza del lunedì. A mezzogiorno il pranzo con i figli a villa San Martino, la sera la tradizionale cena con la “Brianza del fare” nella sede della futura università del pensiero liberale.

La fidanzata
– L’effetto ‘first lady’ per un po’ ha funzionato. L’idea di rivelare l’esistenza di una misteriosa fidanzata (copyright Ghedini) per qualche ora ha reso possibile accostare il nome del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, più alle chiacchiere ‘rosa’ che alle implicazioni giudiziarie: chi da una parte giura di conoscerla, chi dall’altra parla di bufala, in mezzo il toto-nomi delle favorite. Ma la notizia non regge l’urto dell’arrivo alla Camera della lettera con cui i pm di Milano chiedono alla Giunta l’autorizzazione a procedere e parlano di giovani donne che si sono prostituite con il premier e che ne hanno avuto in cambio “elargizioni in denaro” oltre al comodato d’uso gratuito degli appartamenti dell’Olgetta.

Intercettazioni – E ancora meno regge ai contenuti delle intercettazioni riportare nelle 389 pagine pervenute a Montecitorio. Intercettazioni che il Cavaliere si è letto e riletto nel week end, furibondo – viene spiegato – non soltanto per quella che considera una indecente violazione della privacy verso se stesso e verso i suoi ospiti, ma anche – colpo al suo orgoglio maschile – dal modo in cui viene descritto dalle fanciulle. Perché chi ha avuto modo di parlarci spiega che il premier, che pure avrebbe riconosciuto qualche pecca all’attività dei suoi avvocati, ancor prima che dall’esito del processo, sia preoccupato dallo “sputtanamento” urbi et orbi, dell’uso a fini più mediatici che giudiziari che avranno le intercettazioni.

Il messaggio – Già nel messaggio di domenica ai ‘Promotori’, Berlusconi aveva delineato la strategia di ‘difesa’ rispetto a questo punto. E’ noto a tutti – spiegava il premier – che «molto spesso nelle conversazioni private, tra amici, ci si vanta magari per gioco di cose mai accadute o si danno giudizi superficiali per amore della battuta». Chissà se si riferiva, per esempio, a quelle telefonate in cui Ruby dice di avergli chiesto 5 milioni in cambio del silenzio o quelle in cui viene definito «ingrassato e imbruttito» o «più di là che di qua».

La politica – Ma Berlusconi in queste ore sta facendo i conti anche con le ricadute politiche. Dal suo entourage fanno sapere che l’ipotesi che si dimetta non esiste, anche perché tra le mura di palazzo Chigi ha ricominciato ad aggirarsi lo spettro di un governo tecnico e il premier non intende fargli posto facilmente. Ne è sfuggito ad Arcore il vertice terzopolista che si è tenuto in mattinata. Piuttosto, dicono, il presidente del Consiglio ha cominciato molto seriamente a parlare dell’ipotesi di andare alle urne. I sondaggi dovrebbero impensierirlo, ma Berlusconi va ripetendo che se non si può andare avanti a governare non resta che il voto con una campagna elettorale che, in questo è un maestro, si baserebbe quasi interamente su un attacco ai giudici e in un invito ai cittadini a far tornare sovrana la volontà popolare.

Settimana cruciale – D’altra parte quella che comincia oggi è anche la settimana che la Lega aveva qualche settimana fa definito cruciale per il federalismo: di fronte a qualche incidente in commissione, difficilmente si potrebbe tenere a freno la voglia di voto del Carroccio. Non per questo, però, l’implicazione giudiziaria è passata in secondo piano nella giornata di Berlusconi che oggi non si è concesso nessun video messaggio ma è stato in riunione pressoché permanente con i suoi avvocati. Il premier, che ha trovato pure il tempo per vedere l’ex ministro Claudio Scajola, non ha però riununciato al pranzo del lunedì con i figli, né alla cena con gli imprenditori a Villa Gernetto. Oggi è rientrato a Roma dove ha in programma un pranzo a Villa Madama con il presidente sloveno, Danilo Turk.