A Ruota Libera, l’editoriale del direttore. Un futuro grigio tra fumate nere e capelli bianchi

Mentre è in corso l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il direttore Cristiano Puglisi pone al centro una questione anagrafica: la maggior parte dei nominativi dei papabili ha in media un quarto di secolo in più rispetto all’età minima prevista per la carica, che è di 50 anni.
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi
Il direttore del Cittadino Cristiano Puglisi

Mentre a Roma sono in corso le votazioni per scegliere il nuovo presidente della Repubblica, c’è una costante che sembra emergere nettamente: quella anagrafica. È infatti impossibile non notare come la maggior parte dei nominativi dei papabili circolati presenti una media di un quarto di secolo in più rispetto all’età minima prevista per la carica, che è di 50 anni.

Che l’Italia non sia un Paese per giovani, del resto, è noto. E testimoniato, tra le altre cose, dal boom di dimissioni volontarie che, secondo dati di un’indagine Aidp, sta investendo le aziende del Nord: il 70% di queste, infatti, riguarderebbe la fascia tra i 25 e i 36 anni per gli assunti in mansioni impiegatizie. Significa che, privi di prospettive e di condizioni economiche e contrattuali accettabili, ventenni e trentenni preferiscono lasciare, mettendosi in cerca di qualcosa di migliore. Che, però, non sempre arriva.

Eppure, come sostiene il filosofo monzese Umberto Galimberti, è proprio in questa fascia d’età che l’essere umano sviluppa la maggiore “potenza ideativa”. Una potenza che, in ambito lavorativo, viene sovente frustrata da contesti alienanti e deprimenti, capaci di spegnere la speranza in un qualsiasi futuro. Peccato, però, che proprio dal futuro di queste generazioni dipenda il domani del Paese. Anche in termini demografici. E non è cosa da poco…