Il nostro è un giornale territoriale. Provinciale. Termine che, intendiamoci, non è un insulto. Si tratta, piuttosto, di una vocazione. Eppure, alle volte, diventa necessario buttare lo sguardo “oltre”. Verso quello che succede al di fuori del nostro territorio, rischiando però di influenzare la vita di chi ci abita. Il pensiero, in questi giorni, corre inevitabilmente alla guerra a Est. Perché le cose, da quelle parti, non vanno affatto bene. Così, mentre il flusso di armi e mezzi sempre più letali dall’Occidente prosegue la sua corsa, capita di leggere l’editoriale di un autorevole analista in materia di geopolitica di casa nostra che, prendendo atto della maggiore forza militare della Russia, si spinge a dire che “o la Nato interviene” o l’Ucraina “perderà”. E, solo a pensarci, vengono i brividi. Perché si sta, sostanzialmente, ipotizzando un terzo conflitto mondiale.
Una preoccupazione espressa, tra gli altri, anche dal generale Marco Bertolini, già comandante del Coi, convinto che “ci stiamo rassegnando all’entrata in una guerra che con noi non c’entra niente” e che “se non ci sarà qualche illuminazione nei confronti di chi dirige questa operazione spaventosa, ci troveremo con le mani legate”. Una speranza che, con le menti e i cuori di un’intera classe dirigente apparentemente avvolti nel buio, assume i contorni dell’utopia. Che il Signore ci protegga.