L’editoriale del direttore: 25 aprile e 1° maggio? Con la retorica non si realizzano sogni

Si parla di "dignità" e "libertà". Ma se i giovani non hanno futuro (e nemmeno se lo aspettano) sono solo parole
Il direttore de “il Cittadino”, Cristiano Puglisi

Sei giovani brianzoli su dieci non nutrono aspettative per il proprio avvenire. Il dato emerge, crudo come una pugnalata al cuore, dai risultati di un questionario diffuso tra 30mila ragazzi delle scuole superiori della Brianza dalla Consulta degli studenti e a cui hanno aderito attivamente in 5mila. Il campione numerico è sufficientemente rappresentativo per farci comprendere quanto il futuro, per gli adolescenti ma anche per chi ha qualche primavera in più sulle spalle, sia sempre più considerato come una minaccia e sempre meno come un’opportunità. E questo avviene, a quanto pare, anche in un territorio, il nostro, che rispetto ad altre zone d’Italia, pur in presenza di una crisi epocale, se la passa sicuramente meglio, molto meglio.

Ogni anno, nei giorni che intercorrono tra il 25 aprile e il 1° maggio, cioè in questi giorni, i politici e i rappresentanti delle istituzioni fanno appello, nei loro discorsi, a principi fondamentali come la libertà e la dignità, che sono, ci dicono, tra i valori alla base della nostra Carta costituzionale, della nostra democrazia. Concetti che, tuttavia, se il Paese reale è quello in cui chi più degli altri rappresenta il domani non vede di fronte a sé alcuna prospettiva, rischiano di risultare solo vuota retorica. Utile, magari, a infiocchettare illusioni. Ma non, purtroppo, a realizzare sogni.