Il Monza di Paolo Bianco batte a domicilio lo Spezia di Luca D’Angelo con un gol realizzato da Ravanelli al 53′: si tratta della quinta vittoria consecutiva in campionato che fa bissare la squadra in solitaria al secondo posto della classifica, a un solo punto dalla capolista Modena. La formazione brianzola ha conquistato un successo meritato e di carattere, soffrendo solo negli ultimi dieci minuti per inferiorità numerica a causa dell’espulsione rimediata da Izzo.
Serie B, Monza-Spezia 1-0: le dichiarazioni di Paolo Bianco
A fine gara ha parlato in sala stampa l’allenatore del Monza, Paolo Bianco, che ha commentato la vittoria odierna ottenuta contro gli Aquilotti bianconeri. Ecco le dichiarazioni del tecnico foggiano:
«È un Monza che vince, convince e inizia anche a segnare dei record. Bisogna risalire a 61 anni fa per vedere il Monza che vinceva cinque partite di fila in Serie B. Quanto è soddisfatto?
Sono soddisfatto perché è stata una partita difficilissima, una vittoria complicata.
Lo sapevamo perché, dopo aver vinto in quel modo a Palermo, avevamo tutto da perdere oggi contro una squadra come lo Spezia. Conoscono il valore della loro squadra e il valore del loro allenatore. Luca è uno degli allenatori più esperti di questa categoria: un allenatore forte e sapevo che ci avrebbe reso la vita difficile. Così è stato. È una squadra che subisce pochissimo lo Spezia, una squadra che fa fatica a creare le occasioni contro. Noi siamo stati bravi, specialmente nella pazienza, anche se a volte siamo stati un po’ lenti nella manovra, specialmente nel primo tempo, ma era normale visto come loro avevano preparato la partita, specialmente nella fase di non possesso. Sono contento di aver vinto questa partita perché vincere queste partite in questo modo è sintomo di una squadra che vuole raggiungere un obiettivo. Poi i record non mi interessano. Mi interessa che questa squadra riesca, alla fine dell’anno, a fare le vittorie che serviranno per poter, casomai, raggiungere un traguardo importante.
Da fuori si ha l’impressione comunque netta che questo sia un gruppo molto coeso, un gruppo che si aiuta e poi volevo anche chiederle quali sono state secondo lei le maggiori difficoltà che ha incontrato il Monza in questa partita?
Sì, il gruppo è molto unito e molto coeso, come dicevo in conferenza pre-gara. Lo si vede nelle esultanze: specialmente nell’ultimo periodo tra Frosinone e Palermo. Sono bellissimi da vedere ma anche oggi ho dovuto togliere Galazzi appena entrato e lui non ha fatto nessun segno, che poteva essere anche normale visto che era appena entrato da pochi minuti. Però ho una squadra di giocatori che capiscono che l’esigenza della squadra è più importante della singola esigenza: quello fa la differenza in un gruppo.
Ripensando ad altri 1-0 come Mantova, Sampdoria o anche Frosinone, è stato un 1-0 però molto più dominato, anche gestito, controllato, sintomo della crescita anche mentale della squadra e anche i subentrati mi sembra che siano entrati molto bene proprio nel sintomo di una squadra che, come dice lei, si aiuta anche fino alla fine. Thiam, difatti, non ha fatto nessuna parata.
Sì, sono d’accordo. Di fronte avevamo una squadra che nonostante la classifica è una squadra che ha dei valori importanti. L’allenatore dello Spezia lotta sempre per le prime posizioni e difficilmente le sue squadre lottano per salvarsi perché lui ha un valore alto in questa categoria. Quindi era molto diffici. La squadra ha avuto molta pazienza, tantissima, perché non era facile, però chi è entrato è stato bravo a stare nella partita nel momento più complicato della gara. Forse potevamo fare in più di un’occasione il secondo gol, sarebbe stato giusto per quello che la squadra ha dimostrato, però è stato importante vincere questa partita in questo modo.
Ieri e l’altro giorno ha detto che avresti aspettato i suoi giocatori al varco e le chiedo se è d’accordo che questa squadra ha dimostrato di saper soffrire ma anche di saper fare calcio. Invece sulle due ammonizioni combinate ad Armando Izzo: forse una di queste è apparsa abbastanza gratuita?
Io credo che oggi la squadra meritasse un risultato diverso per quello che si è visto in campo. Poi con la Reggiana abbiamo sbloccato sul rimpallo. Ci sono anche delle circostanze favorevoli a volte rispetto ad altre. Oggi in alcune situazioni non ci è andato bene l’ultimo passaggio e l’ultimo rimpallo. Abbiamo fatto la partita giusta e abbiamo creato tantissimo. Nell’ultima mezz’ora credo che la squadra abbia avuto due o tre situazioni per poter raddoppiare e lo avrebbe meritato. Riguardo l’espulsione a me non piace commentare: lo commento con il quarto uomo in maniera molto educata, però credo che la prima ammonizione non ci fosse. Lo stavo cambiando Armando, non l’ho cambiato qualche minuto prima perché Ravanelli aveva un flessore non giusto e quindi ho aspettato fino a quando ho potuto e lo stavo cambiando nel momento in cui è stato espulso per doppio giallo. Ci sta, possono sbagliare anche gli arbitri e, se poi ha sbagliato, non lo so.
In merito alla lentezza che ha visto nel primo tempo, cosa ha detto nell’intervallo per superare questo impasse e se ha fatto riferimento a qualche pedina in particolare che era più lenta del solito?
Sì, l’occupazione del campo di Keita e Colpani nel primo tempo non era sempre giusta. Dovevano occupare il campo in maniera diversa e attaccare la porta in maniera diversa. Mi ero spiegato male io prima della partita e invece poi nel secondo l’hanno fatto molto meglio. Infatti le occasioni migliori le abbiamo create con Andrea Colpani nel secondo tempo che è stato molto più dinamico. Ma anche con Keita fino a quando è riuscito a stare in campo, poi anche lui era un po’ acciaccato. Le tre partite si sono sentite. Credo poi che la squadra ha ottenuto quello che ha meritato. La lentezza è anche legata all’occupazione del campo difensivo della squadra avversaria. Tiri verso la propria porta e quindi questo è indicativo per quello che è stata la nostra difficoltà.
Un altro clean sheet. Quanto è importante nella fiducia della squadra, che si vede dalla tribuna, sapere di avere una squadra che difende così bene?
È fondamentale ma se la squadra difende bene è perché gli attaccanti sono sempre posizionati molto bene e si sacrificano. Altrimenti non saremmo in grado di difendere in cinque o sei giocatori, è impossibile. Nessuna squadra oggi può difendere con cinque o sei giocotori ma tutti gli effettivi giocatori di movimento devono fare insieme una fase difensiva organizzata.
Oggi dall’altra parte c’è Lapadula che ha 35-36 anni che ha corso in fase difensiva come un ragazzino di 20 anni e se vuoi ottenere risultati devi, per forza di cose, fare una certa fase difensiva e poi quando hai la palla devi essere bravo a proporre qualcosa che può far male agli avversari. Oggi credo che specialmente nel secondo tempo, nonostante nel primo abbiamo avuto il dominio totale della partita, potevamo chiudere la partita in più di un’occasione.
Le chiedo, cos’è cambiato rispetto al Monza d’inizio stagione e poi se quella di oggi era una prova di maturità per acquisire anche maggiore consapevolezza per il vostro percorso?
I giocatori non sono cambiati. La qualità dei giocatori è la stessa. Io non li ho migliorati. Ma probabilmente quello che hanno cambiato è stata la mentalità nell’approccio di queste partite, di questo campionato, che è completamente diverso dal campionato di Serie A. Io all’inizio del percorso qui a Monza con voi ho sempre detto che solo le qualità non bastano e oggi, oltre alle loro qualità, ci stanno mettendo qualcosa che in B è fondamentale, che è tutto quello che abbiamo detto fino adesso: quindi correre tutti insieme, correre bene, saper correre, saper sacrificarsi. Senza quello in B le partite difficilmente le vinci: ne puoi vincere qualcuna ma cinque partite di fila fai fatica a vincerle.
Nella partita di oggi che cosa le ha soddisfatto di più oltre lo spirito battagliero dal primo al 95° minuto e cosa invece non ti ha proprio entusiasmato?
Mi ha soddisfatto tutto l’atteggiamento per l’intera gara, per tutti i 96 minuti di partita. Ma a fine primo tempo i ragazzi hanno detto che stavamo facendo una buona gara, eravamo solo un po’ lenti per colpa dell’avversario o per merito dell’avversario, dal nostro punto di vista per colpa dell’avversario. Dovevamo essere solo un po’ più veloci nel far girare la palla da una parte all’altra e poi sfondare dalla stessa, non tornare troppe volte da una parte all’altra. Questa è stata la cosa che ho detto ai ragazzi, ma quando sei in campo è più complicato rispetto a noi che siamo io in panchina e voi in tribuna. È molto più facile da fuori vedere quello che va migliorato, in campo a volte è complicato. Hanno fatto una buona gara.
Possiamo dire che oggi è stata la vittoria della conferma?
Sono in difficoltà nelle vittorie perché le vittorie sono pericolosissime perché ti rallentano e ti fanno stare un po’ comodo. Quindi non dico che spero che smettiamo di fare vittorie, ma dobbiamo saperci stare. Come bisogna saper stare nelle difficoltà? E nelle difficoltà che gli uomini ne vengono fuori più forti. Credo che la fotografia, che tra l’altro ho fatto vedere oggi alla squadra, è stata la squadra sotto la curva ad Avellino. Penso che in quel momento la squadra ha toccato il fondo. Da quel momento la squadra ha avuto un percorso diverso: nonostante la sconfitta di Padova era diversa e nonostante il pareggio di Empoli era una squadra diversa. Penso che quello che ci ha permesso di fare quello che stiamo facendo è proprio l’immagine della squadra sotto la curva ad Avellino. È stata un’immagine forte. Loro l’hanno sofferta perché io c’ero nello spogliatoio con loro, la gente non può capire quello che loro provavano. Da quel momento la squadra ha svoltato. Quello che stiamo facendo adesso è la conseguenza di quello che abbiamo toccato di così basso ad Avellino».