Rublo ai minimi sul dollaro da un anno. Ecco perché

Il governo russo sta perdendo la presa sulla sua moneta, dimostratasi finora estremamente resistente. Pesano le sanzioni e il calo delle materie prime.

Lunedì il calo dei prezzi del petrolio e i timori per la fuga di capitali hanno contribuito a spingere il rublo russo al livello più debole rispetto al dollaro in un anno. Lo scorso anno il rublo ha mostrato una sorprendente resilienza nei confronti del dollaro nonostante l’invasione russa dell’Ucraina, con il dollaro che è sceso del 2,7% rispetto alla valuta russa nel 2022.

Ma il nuovo anno si è aperto con prospettive diverse. Dal 1° gennaio, secondo i dati di FactSet, il biglietto verde si è apprezzato di oltre il 12% rispetto al rublo. Ciò rende il rublo la seconda valuta dei mercati emergenti con le peggiori performance dopo il peso argentino, secondo Marc Chandler, chief market strategist di Bannockburn Global Forex.

Mentre il governo russo ha storicamente mantenuto una stretta presa sulla sua valuta, le sanzioni internazionali e il calo dei prezzi del petrolio e del gas hanno reso più difficile la stabilizzazione del rublo.

Altri economisti hanno evidenziato timori di fuga di capitali e ulteriori preoccupazioni che sono state esacerbate dagli sforzi statunitensi ed europei per isolare l’economia russa.

“La stretta finanziaria internazionale sulla Russia è stata forse lenta ad entrare in vigore, ma sta avendo l’impatto desiderato”, ha dichiarato Chandler.

Il calo dei prezzi del petrolio e del gas sta anche privando il governo russo di entrate tanto necessarie, hanno affermato sia Chandler che Brooks.

I ricavi del budget di petrolio e gas sono diminuiti del 45% durante il primo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo l’agenzia di stampa russa TASS, a causa soprattutto del calo del prezzo del greggio Ural, il punto di riferimento che copre la produzione della Russia, nonché un calo delle esportazioni di gas naturale.

Il calo del rublo dall’inizio del 2023 è stato più rapido di quanto previsto da alcuni economisti. Capital Economics aveva previsto che il rublo si sarebbe indebolito a 75 per dollaro USA entro la fine del 2023, ma il rublo è già sceso ben al di sotto di quel livello.

Una previsione aggregata compilata da Bloomberg aveva previsto che il rublo chiudesse quest’anno a 80 per dollaro. Anche questo si è rivelato troppo ottimista.

Secondo la stampa russa il presidente Vladimir Putin potrebbe consentire al produttore di gas nazionale Novatek di acquistare la quota di Shell nel progetto di gas naturale liquefatto Sakhalin-2 nell’Estremo Oriente russo per 95 miliardi di rubli, circa $ 1,2 miliardi e anche questo avrebbe pesato sulle prestazioni del rublo. Questo perché i trader si aspettano che la Shell tenti di scambiare i proventi in rubli dell’affare con dollari o euro. 

Se le aspettative di una recessione globale si rivelassero corrette, ciò potrebbe aggiungere ancora più pressione ai prezzi del petrolio e, per estensione, al rublo.

Anche il recente taglio alla produzione annunciato dall’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) e dai suoi alleati, compresa la Russia, non è riuscito a indurre un aumento significativo dei prezzi del greggio. Il greggio Brent per la consegna di giugno è sceso di 94 centesimi, o dell’1,1%, per attestarsi a 84,18 dollari al barile su ICE Futures Europe lunedì. I prezzi del greggio Brent sono diminuiti di circa il 20% dal 1° aprile 2020, secondo i dati FactSet.

Naturalmente, la debolezza del rublo ha anche un risvolto positivo per l’economia russa, visto che un rublo debole rende le merci russe più economiche.

La Russia e le criptovalute

Per quanto riguarda il rapporto tra la Russia e le criptovalute, ci sono almeno tre novità nell’ultima settimana:

  1. La Russia è diventato il secondo Paese al mondo per mining di Bitcoin, dietro solo agli Stati Uniti grazie al basso costo dell’energia e alla tassazione favorevole. Si prevede che la capacità di mining aumenterà ulteriormente quest’anno. Per esempio, nel 2023 è prevista l’apertura di una nuova struttura in Siberia con una potenza di 100 MW. Sarà gestita da BitRiver, il primo operatore di mining in Russia.
  2. Russia e Iran stanno definendo la creazione di una stablecoin legata all’oro da usare come mezzo di pagamento per gli scambi commerciali al posto del dollaro, del rublo e del rial iraniano.
  3. Secondo gli ultimi dati resi noti dalla Banca centrale russa, i cittadini russi detengono più criptovalute che oro e fondi comuni di investimento. Queste indagini vengono condotte ogni due anni dal 2013 coinvolgendo 12.000 cittadini di 38 diverse regioni della Russia. La Banca centrale ha ammorbidito significativamente le sue posizioni ostili nei confronti dell’adozione delle crypto.

I cittadini russi investono molto anche nei nuovi progetti ancora in prevendita, quelli che potenzialmente offrono rendimenti superiori alle criptovalute più consolidate. Risultati notevoli stanno ottenendo, per esempio, progetti come il meccanismo vote to earn Love Hate Inu e DeeLance, piattaforma che consente ai freelance di lavorare con la blockchain, che non è possibile sottoporre a sanzioni.

I.P.

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