“Possiamo fare tutto”, dice Chevron dopo aver raggiunto un utile record

Venerdì scorso Chevron Corp ha pubblicato gli utili trimestrali più elevati. I guadagni sono stati ricchi di margini di carburante, prezzi del petrolio e del gas e obiettivi di riacquisto di azioni.


Uno dei principali produttori di petrolio degli Stati Uniti ha realizzato un utile di 11,6 miliardi di dollari, pari a 5,95 dollari per azione diluita. Questo guadagno trimestrale è tre volte superiore a quello dell’anno precedente, quando era di soli 1,60 dollari per azione, per un totale di 3,1 miliardi di dollari.


Il piano di riacquisto di Chevron è identico a quello di altri suoi concorrenti, tra cui la britannica Shell e la major petrolifera europea Total. Tutte e tre le major hanno effettuato grandi operazioni di riacquisto di azioni proprie, che garantiranno un migliore rendimento agli investitori.


Pierre Bieber, direttore finanziario di Chevron, ha dichiarato in un’intervista: “Crediamo che ce la faremo da soli. Aumenteremo i dividendi per gli investitori, pianificheremo la produzione di energia più recente, riacquisteremo alcune azioni e ripagheremo i nostri debiti”.

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Si prevede una potenziale distruzione della domanda, dato che i dati economici globali mostrano un rallentamento di diverse economie. I consumatori globali stanno già affrontando prezzi elevati di gas e carburante, dato che la domanda di energia è aumentata bruscamente nell’ultimo anno.


I risultati di Chevron e dei suoi rivali statunitensi attireranno probabilmente il fuoco della Casa Bianca e di altri politici che sostengono che le compagnie petrolifere stiano truffando i consumatori con prezzi elevati del carburante mentre rastrellano profitti record.


Parlando in un webcast con gli strateghi del mercato, Bieber ha affermato che “credo che la domanda di petrolio e gas naturale continuerà a crescere. Credo che la gente ami uscire e vedere i posti” ha detto con sarcasmo.


I prezzi del carburante sono esplosi a causa di varie ragioni, come la pandemia globale, le sanzioni alla Russia e le quote di esportazione in Cina che hanno colpito l’industria della raffinazione.

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