Perché non crediamo più nella democrazia? Un libro lo spiega

Crediamo ancora nella democrazia? Domanda legittima, visto il crescente calo di partecipazione popolare alle competizioni elettorali. Ma perché questo avviene?
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Crediamo ancora nella democrazia? Domanda legittima, visto il crescente calo di partecipazione popolare alle competizioni elettorali, che si manifesta in maniera sempre più drammatica, anche sul nostro territorio. Ma perché questo avviene? Una risposta a tale quesito la può fornire un saggio che ho recentemente avuto la fortuna di leggere: “Il sistema (in)visibile. Perché non siamo più padroni del nostro destino”, pubblicato da Guerini e Associati e scritto dall’ex presidente della Rai Marcello Foa. Il libro affronta, tra gli altri, il tema dello svuotamento delle democrazie occidentali a causa dei condizionamenti derivanti da strutture oligarchiche globali, visibili e, soprattutto, invisibili (quelle che l’autore definisce flex-net) e di come questo sistema stia generando un permanente stato di dissonanza cognitiva per quell’elettorato attivo che vede costantemente tradite le proprie aspettative. Altra tematica presente è quella della propaganda, oggi capace di disarticolare e plasmare la società con mezzi raffinatissimi.

Non ho mai usato questo spazio di riflessione per dei “consigli per gli acquisti”, ma in questo caso ritengo sia doveroso fare un’eccezione: comprendere la radice dei grandi mali del nostro tempo è, oggi più che mai, un dovere civile e il testo di Foa rappresenta indubbiamente un eccellente punto di partenza.