Lo studio esamina gli effetti del mancato utilizzo del protossido d’azoto per l’analgesia da travaglio

Secondo una nuova ricerca condotta da medici australiani, le partorienti a cui è stato negato l’uso del protossido di azoto per alleviare i dolori del travaglio durante la pandemia COVID-19 sono ricorse agli oppioidi senza effetti negativi per la madre o il bambino.

Lo studio, condotto presso il Lyell McEwin Hospital di Adelaide, ha esaminato gli effetti dell’eliminazione del protossido di azoto (N20), una scelta adottata da molti ospedali di tutto il mondo negli ultimi due anni per il timore che la procedura che genera aerosol possa diffondere i virus.

Il professor Bernd Froessler, noto come anestesista, e i collaboratori delle Università di Adelaide e dell’Australia Meridionale hanno provato a confrontare le schede delle 243 donne che hanno partorito al Lyell McEwin nel corso di sette settimane nel marzo/aprile 2020, a un quarto delle quali era stato negato l’accesso all’N20.

Hanno scoperto che, mentre l’utilizzo di oppioidi è “aumentato significativamente” una volta ritirato l’N20, non c’è stato alcun cambiamento nell’uso di epidurali, nella durata del travaglio, nella prevalenza di parti cesarei, nell’incidenza di complicazioni del parto o nella vigilanza dei neonati.

Secondo l’Institute of Health & Welfare australiano, oltre il 50% delle donne australiane utilizza il protossido di azoto per alleviare il dolore durante il travaglio, seguito dall’epidurale (40%) e dagli oppioidi (12%).

Tuttavia, a causa delle sue emissioni di anidride carbonica (che rappresentano il 6% delle emissioni di gas a livello mondiale, con l’1% attribuibile all’assistenza sanitaria), nella comunità medica si discute se debba essere soppiantato da tecniche alternative per alleviare il dolore.

I risultati dello studio, secondo lo statistico e ricercatore Dr. Lan Kelly dell’UniSA, dovrebbero convincere le donne che le opzioni di sollievo dal dolore diverse dal protossido di azoto non mettono in pericolo la loro salute o quella del nascituro.

Kellie Wilton, principale dirigente ostetrica del College of Midwives in Australia, ha dichiarato nell’ultimo articolo del Sydney Morning Herald che le madri non dovrebbero sentirsi in colpa per le loro decisioni in materia di antidolorifici e che gli ospedali dovrebbero implementare sistemi di destabilizzazione del protossido di azoto per consentirne l’uso continuato.