Le vetrate di Aligi Sassu a Giussano e Desio: l’artista-cittadino brianzolo in un omaggio alla storia 

Uno sguardo a due delle tante testimonianze che l'artista ha lasciato nella provincia di Monza e Brianza che scelse per vivere.
Le vetrate di Aligi Sassu
Le vetrate di Aligi Sassu

Spesso, spessissimo, gli artisti si sono misurati con la storia, la storia del passato e la storia del presente, la storia cruda e realistica e la storia leggendaria.  Tutto il lavoro pittorico di Aligi Sassu (1912-2000) vive di storia, l’artista italiano, milanese e brianzolo ha dipinto temi di impegno politico, basti pensare che questi sono stati esposti insieme agli “Uomini rossi” alla Bottega degli artisti di Corrente nel marzo del 1941, tanto che il Sassu di Corrente divenne il Sassu degli Uomini rossi.

Aligi Sassu, dalle origini alle vetrate brianzole

Nel 1954 Sassu, a Vallauris, incontrò per la prima volta Picasso. Due anni dopo, in un nuovo incontro a La Californie, Picasso gli mostrerà le sculture che esporrà successivamente al Museo di Antibes; e lo stesso anno Aligi Sassu espose alla Biennale di Venezia fra le altre opere “I martiri di Piazzale Loreto”, che Giulio Carlo Argan acquistò per la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea. Ad Albissola Capo dipinse il ciclo delle Cronache di Albisola, ben rappresentando la vita artistica della cittadina che vedeva allora riuniti ceramisti, poeti, scrittori, critici, e di cui Aligi Sassu era protagonista insieme a Lucio Fontana e altri artisti.

Le vetrate di Aligi Sassu
Le vetrate di Aligi Sassu

Questo per significare che la storia ha sempre riempito i suoi dipinti, i suoi lavori, la storia alta e la storia bassa. Aligi Sassu aveva trasferito la sua sede da Milano a Monticello Brianza nel 1968 e da quell’anno ne rimase sempre legato sia affettivamente che con le sue opere che ancor oggi ne onorano la memoria.

Aligi Sassu: il suo lavoro in Brianza, a Desio e Giussano

Basti pensare che questo ricordo è presenza viva in opere monumentali di inaudita forza e bellezza, di storia e fattura tecnica, sia nelle vetrate di Desio e Giussano, come nelle ceramiche di Missaglia, che nei mosaici di Seregno e di Besana Brianza. Sassu cittadino brianzolo perché nel 1972, ebbe l’assegnazione da parte del Comune di Seregno della medaglia d’oro al merito artistico-civico. Il legame con Desio non è meno forte a motivo della vetrata “Resurrezione” donata nel 1977 da Sassu per la chiesa parrocchiale ‘alla Bassa’ poi dedicata a San Pio X.

Sassu ha sperimentato tecniche molto diverse, tant’è che negli stessi anni in cui realizzava il murales oggi conservato al Parlamento europeo, firmava anche le bellissime vetrate che ornano la Sala consiliare del Comune di Giussano; un affresco di luce che racconta la storia di Lombardia, il passato e il futuro di questa terra lombarda attraverso gli eroi leggendari che ne hanno rappresentato lo spirito.

Aligi Sassu e la sala consiliare di Giussano

La sala consiliare del comune di Giussano è decorata con quattro magnifiche vetrate create da Aligi Sassu, si tratta di un’opera d’arte davvero unica, per un perimetro complessivo di 41 metri di lunghezza e 2.15 metri di altezza. I lavori per la realizzazione delle vetrate sono iniziati nel 1990 e l’inaugurazione risale al 1994. La grande opera vetraria musiva dedicata ai personaggi storici giussanesi è caratterizzata da quattro vetrate su disegno di Sassu e con la collaborazione dell’artista stesso, dal maestro vetraio Tito Toneguzzo di Monza.

E scopriremo l’originale tecnica artistica prescelta, le dalles de verre (dal francese, “mattonelle di vetro”), realizzata dall’atelier del maestro vetraio monzese Tito Toneguzzo per celebrare i figli più illustri della città e il progresso sullo sfondo della storia delle conquiste dell’umanità. Tre vetrate sono dedicate ad altrettanti illustri personaggi giussanesi, ecco il matematico e fisico Gabrio Piola, la leggendaria figura di Alberto da Giussano, condottiero della Lega Lombarda contro le truppe del Barbarossa che Sassu ricorda ispirandosi alla poesia carducciana “Il Parlamento” e fra Giovanni da Giussano, predicatore di Sant’Eustorgio ma anche uno degli architetti del Duomo di Milano. La quarta vetrata è invece dedicata alla storia dell’uomo dai primordi dell’umanità sino alla conquista dello spazio.

Le vetrate di Aligi Sassu
Le vetrate di Aligi Sassu

Sassu, Giussano, i temi e non solo

Uno dei quattro soggetti di Giussano era stato affrontato da Sassu nei primi anni ’50, in un affresco per l’Hotel Mediterranée di Sanremo, successivamente strappato e nel 1973 collocato con altro titolo, L’origine della vita, nel Museo d’Arte Moderna del Vaticano. La versione per la nuova sede del Parlamento Europeo a Bruxelles, che utilizza la tecnica della ceramica, può essere considerata il risultato di maggior prestigio di quell’idea di arte pubblica sempre perseguita. La scena, dominata dal carro del sole di Apollo, è una complessa rivisitazione dei numerosi temi del mito, legati al mondo classico mediterraneo, trattati dall’artista nell’arco della sua lunga carriera.

Al centro del dipinto murale  vi troviamo l’Europa rapita da Giove. Veniamo all’opera di Giussano. La vetrata che descrive Alberto da Giussano, conosciuta anche come “il Parlamento”, rievoca la battaglia di Legnano del 29 maggio del 1176, con la vittoria dei Comuni della Lega Lombarda contro il Barbarossa; lascia scoprire  gli inizi della battaglia e l’annuncio al Console Gherardo dell’arrivo di Barbarossa a Como, città che – alleandosi con l’imperatore – tradisce la Lega Lombarda, e la notizia vi giunge con  un messaggero a cavallo, giunto a Milano da Porta Nuova (“Ed ecco un messaggero entra in Milano/Da Porta Nova a briglie abbandonate“, scrive Carducci).

Aligi Sassu e fra Giovanni da Giussano

Nell’opera vi si legge pathos e realismo. La seconda vetrata è dedicata fra Giovanni da Giussano frate domenicano predicatore nel convento di Sant’Eustorgio. Vissuto tra ‘300 e ‘400, matematico, teologo e architetto, seguì il cantiere della Fabbrica del Duomo di Milano per circa 20 anni, a partire dal 1392, e nel 1410 gli fu data una mula che gli consentiva di raggiungere il cantiere dal convento essendo colpito da podagra. Nella vetrata ecco il Duomo di Milano, la statua di San Giorgio della Guglia Carelli con il volto di Gian Galeazzo Visconti, e le chiatte per il trasporto del marmo di Candoglia.

Le vetrate di Aligi Sassu
Le vetrate di Aligi Sassu

La terza vetrata è dedicata al matematico Gabrio Piola (con i numeri che fuoriescono dalla mente) morto a Giussano nel 1850, il ritratto è una riproduzione della statua a lui dedicata realizzata nel 1857 dallo scultore Vincenzo Vela oggi situata nel cortile d’onore del palazzo di Brera a Milano. Infine la quarta vetrata dedicata al progresso e le tappe della storia dell’umanità. Ecco i primitivi, il Minotauro, Dedalo e Icaro, l’uomo vitruviano, Albert Einstein, fino alla conquista dello spazio. 

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Carlo Franza

Nato nel 1949, Carlo Franza è uno storico dell’arte moderna e contemporanea, italiano. Critico d’arte. È vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (lettere, filosofia e sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e assistente ordinario. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore straordinario di storia dell’arte moderna e contemporanea (Università La Sapienza-Roma) , ordinario di lingua e letteratura italiana. Visiting professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose università estere. Giornalista, critico d’arte dal 1974 al 2002 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero dal 2002 al 2012. Nel 2012 ritorna e riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell’arte”.