Lavoro e intelligenza artificiale: come evitare un’esplosione della povertà

La società e il lavoro stanno rapidamente cambiando: i consumi e il benessere sembrano destinati a contrarsi senza fine. Il sociologo Fabrizio Fratus spiega come se ne potrebbe uscire.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Sentiamo parlare di intelligenza artificiale senza renderci conto che è già da anni tra noi e sopratutto che sa fare tutto bene. Domani sarà tragedia, domani sarà insicurezza, domani sarà povertà. Sembra proprio che non si possa fuggire da questa previsione, il lavoro è destinato a diminuire per fattori molteplici e tutti sono concordi. L’aumento della popolazione come l’utilizzo delle macchine per sostituire le persone e aumentare i profitti contribuiranno a dare una svolta epocale a tutto ciò che chiamiamo lavoro retribuito.

Da alcuni anni tutte le mansioni noiose, ripetitive e pericolose vengono piano piano gestite dalle macchine e se questo è qualcosa di buono va anche tenuto conto che circa il 70% dei lavoratori restano quindi a fare lavori di tipo intellettuale, creativo, di gestione di informazioni. Ma anche questi lavori andranno a diminuire grazie all’iper tecnolocizzazione.

La società e il lavoro stanno rapidamente cambiando e le aziende non si modellano in rapporto ai cambiamenti ma cercano solo di aumentare il proprio profitto non capendo quanto è già accaduto e si intensificherà: il crollo dei consumi. L’unica strada percorribile non è quella dello sfruttamento di mano d’opera meno costosa che giunge da paesi meno sviluppati, questa non è la soluzione. Se si procede verso questa direzione si aggraveranno le problematiche e aumenteranno in modo drastico i poveri. Solo in Italia, nell’ultimo decennio, siamo passati da quasi 2 milioni di poveri a oltre 4. Abbiamo più che raddoppiato il numero delle persone povere, sono consumatori in meno e quindi meno posti di lavoro e sostanzialmente più aziende verso la chiusura.

La soluzione? Rivoluzionare il mondo del lavoro tramite un nuovo patto generazionale tra stato, aziende e comunità, la diminuzione di ore di lavoro a parità di stipendio con aumento delle persone impiegate e l’utilizzo del telelavoro per dimezzare i costi delle aziende e dello spreco del tempo per gli spostamenti delle persone. Molte delle attività di oggi possono essere svolte in ogni luogo e a qualsiasi ora come abbiamo sperimentato per cause maggiori; il lavoro intellettuale non dipende da tempo e luogo ma da obiettivi e cooperazione tra soggetti, destrutturando il tempo e lo spazio è possibile creare una nuova forma di lavoro in relazione a obiettivi contribuendo a diminuire diverse problematiche per aziende e società come:

  • Costi aziendali
  • Risparmio energetico
  • Manutenzione dei macchinari
  • Incidenti da lavoro
  • Incidenti a causa del traffico

Questo tipo di soluzione contribuirebbe ad aumentare vantaggi di tipo personale come sociale:

  • Tempo libero
  • Gestione e soluzione di problematiche familiari
  • Costi sociali per inquinamento
  • Risparmio economico per le aziende
  • Rispetto della famiglia
  • Reddito per molteplici persone

La diminuzione delle ore di lavoro con l’utilizzo del telelavoro garantirebbero alla società post-moderna consumi e profitti. In una fase di transizione verso un nuovo modello economico e una società basata sul consumo collaborativo ecco le soluzione basate su un’impostazione comunitarista di transizione.