L’AUD/USD fatica ad accogliere i dati sull’inflazione cinese al di sopra di 0,6300, con l’attenzione alle vendite al dettaglio USA

AUD/USD lotta dal top intraday ma continua a recuperare dal minimo di 20 mesi.
L’indice dei prezzi al consumo della Cina si è rafforzato al 2,8%, ma l’indice dei prezzi alla produzione (PPI) è diminuito a settembre.
I dati degli Stati Uniti, un catalizzatore di rischio, potrebbero offrire un’ulteriore instabilità.

L’AUD/USD aggiunge forza al rimbalzo dai minimi di 2,25 anni dell’ultimo giorno, anche se i dati sull’inflazione cinese di settembre sono diminuiti, pubblicati durante la sessione asiatica di venerdì. L’AUD è rimasto ribassista per la quinta settimana costante a causa della recente divergenza tra i segnali di politica monetaria della RBA e della Fed statunitense.

Detto questo, l’indice CPI della Cina ha rispettato le indicazioni ottimistiche del mercato, aumentando del 2,8% a settembre. L’IPP non è riuscito a soddisfare le aspettative, scendendo allo 0,9% contro l’1,0% previsto e il 2,3% precedente.

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Il governatore della Banca Popolare Cinese, Yi Gang, ha sottolineato in precedenza che il tasso di inflazione in Cina è ben al di sopra dell’obiettivo.

Tuttavia, va notato che la recente ondata di COVID-19 a Hong Kong e Pechino si unisce alla spinta globale per l’aumento dei tassi per sfidare la spinta della Cina, che a sua volta considera i prezzi di AUD/USD a causa dei legami commerciali dell’Australia con la nazione del dragone.

Il dollaro USA, altrove, rimane rischioso mentre i rendimenti si ritirano e il sentimento del mercato si rafforza tra le speranze di ulteriori stimoli da parte della Cina e del Regno Unito. A testimonianza di questo stato d’animo, i rendimenti dei Treasury decennali statunitensi sono scesi al 3,91%, mentre i futures sull’S&P 500 hanno registrato lievi rialzi.

Il rischio catalizzatore sarà essenziale per cercare nuovi indizi in vista delle vendite al dettaglio statunitensi di settembre, attese allo 0,2% rispetto allo 0,3% precedente. Inoltre, questo mese ci saranno le prime letture del Michigan CSI e dell’University of Michigan 5-year Consumer Inflation Expectation.

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