La rupia a 80,00 mentre il FICCI taglia le previsioni sul PIL indiano per l’anno fiscale 23

L’USD/INR sale verso il top intraday, rimanendo all’interno della fascia di negoziazione 79,70-80,15 della settimana.
L’indice dei responsabili degli acquisti nel settore manifatturiero degli Stati Uniti (PMI) e le mosse della Fed saranno essenziali per un nuovo impulso.
La Federazione delle Camere di Commercio e dell’Industria indiane taglia le previsioni di crescita dell’India per l’anno 2023, le valute indiane si rafforzano per la migliore settimana dalla metà di marzo.

USD/INR scende intorno al top giornaliero di 79,90 perché il dollaro USA unisce le perdite dell’ultimo giorno in vista dei dati chiave del PMI di luglio e del Federal Open Market Committee della prossima settimana. Va inoltre notato che la ripresa del prezzo del petrolio e i timori di un crollo economico dell’India hanno spinto la rupia indiana nella sessione europea di venerdì.

L’ente industriale indiano, il FICCI, ha declassato il PIL del Paese come previsto nella sua indagine trimestrale. Secondo quanto riportato da Reuters, l’economia indiana dovrebbe espandersi del 7% tra l’anno in corso e il 2023. Si tratta di un rallentamento rispetto all’ultima stima del 7,4% e al 7,2 delle proiezioni della banca centrale, secondo il sondaggio del principale ente industriale indiano.

L’indice del dollaro USA sceglie di rinnovare il suo massimo commerciale di circa 106,95, in rialzo dello 0,35% in un giorno, perché i sentimenti si uniscono ai rendimenti lenti per aiutare il biglietto verde a limitare le recenti perdite. Anche se l’indice del dollaro USA si rafforza per la prima perdita della settimana in quattro, mentre il 14 luglio ha invertito la rotta dai massimi di due decenni.

La precedente debolezza del biglietto verde potrebbe essere collegata ai rendimenti del Tesoro USA, in quanto le cedole dei titoli a 10 anni hanno evidenziato giovedì la flessione giornaliera da metà giugno e la seconda perdita costante della settimana.
I benchmark di Wall Street, tra questi, hanno chiuso in rialzo e i rendimenti dei Treasury decennali statunitensi hanno segnato il più grande crollo giornaliero in cinque settimane, scendendo di 1 pb al 2,90% al più tardi. Al momento della stampa, il future sull’S&P 500 è sceso dello 0,45%.

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