La coppia AUD/USD rimbalza da 0,6920 dopo la fragilità causata dall’inflazione, la Fed è in primo piano

L’AUD/USD ha lottato con un’inversione di tendenza a circa 0,6920 a seguito dell’aumento dell’inflazione australiana.
Il tasso d’inflazione australiano nel secondo trimestre del 2012 è salito al 6,1% contro il 5,1% registrato in precedenza.
Gli investitori probabilmente scaricheranno l’indice del dollaro statunitense, dato che l’annuncio di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve è stato scontato.

L’AUD/USD ha raccolto offerte intorno a 0,6920 dopo essere precipitato verso 0,6960 nella sessione asiatica. L’asset sta recuperando forza in quanto gli investitori hanno elaborato l’instabilità prodotta dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione australiana.

L’Ufficio di statistica australiano ha comunicato che il tasso d’inflazione complessivo si è attestato al 6,1%, molto al di sotto delle stime del 6,2%, ma è rimasto più alto rispetto alla precedente pubblicazione del 5,1%. Inoltre, l’indice dei prezzi al consumo è salito al 4,9%, superiore alle aspettative e all’emissione precedente, rispettivamente del 3,7% e del 4,7%.

Le probabilità di un successivo aumento dei tassi di 50 pb da parte della RBA sono aumentate, poiché il tasso di aumento per il secondo trimestre del CY2022 ha soddisfatto le aspettative. Le pressioni sui prezzi si sono impennate in questo periodo e la Reserve Bank of Australia deve prontamente intervenire con ulteriori aumenti dei tassi.

Nel frattempo, l’indice del dollaro statunitense ha dato una pausa sfavorevole alla consegna delle scorte creata in un intervallo ristretto tra 107,00 e 107,10. Una pausa al ribasso dell’indice del dollaro statunitense indica che gli operatori di mercato hanno già ridotto le aspettative di rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve. Secondo il consenso del mercato, la Fed aumenterà gli interessi di 75 pb, poiché le crescenti probabilità di un crollo dell’economia statunitense costringeranno il presidente della Federal Reserve Jerome Powell a rinunciare all’opzione di un rialzo dei tassi dell’1%.

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