Israele congela criptovalute destinate ad Hamas

Il governo israeliano, in collaborazione con diverse altre autorità internazionali, ha congelato wallet crypto legati ad Hamas.

Il governo israeliano ha annunciato di aver congelato un importo significativo di criptovalute destinate ad Hamas. Il congelamento, che è stato effettuato in collaborazione con le forze dell’ordine israeliane e internazionali, ha interessato diverse decine di milioni di dollari in criptovalute, tra cui Bitcoin, Ethereum e Tether.

Le criptovalute sono diventate sempre più popolari tra i gruppi terroristici, poiché offrono un modo relativamente anonimo e sicuro per raccogliere fondi. Hamas, in particolare, ha iniziato a utilizzare le criptovalute per finanziare le sue attività militari e terroristiche.

Il congelamento delle criptovalute da parte di Israele è un colpo significativo a Hamas. Il gruppo ha perso un’importante fonte di finanziamento e sarà più difficile continuare a operare.

Il congelamento è stato effettuato grazie a una combinazione di fattori, tra cui l’analisi dei dati, la cooperazione internazionale e l’uso della tecnologia di tracciamento delle criptovalute.

L’analisi dei dati ha permesso alle forze dell’ordine israeliane di identificare gli account di criptovalute associati a Hamas. La cooperazione internazionale ha permesso alle forze dell’ordine israeliane di lavorare con le forze dell’ordine di altri paesi per congelare gli account. L’uso della tecnologia di tracciamento delle criptovalute ha permesso alle forze dell’ordine israeliane di seguire i movimenti delle criptovalute.

Il congelamento delle criptovalute da parte di Israele è un segnale importante per i gruppi terroristici. Mostra che le criptovalute non sono una fonte di finanziamento sicura e che le forze dell’ordine possono adottare misure per interromperle.

Effetti del congelamento

Il congelamento delle criptovalute da parte di Israele ha avuto una serie di effetti, tra cui:

  • Un colpo significativo ai finanziamenti di Hamas. Il gruppo ha perso un’importante fonte di reddito, che gli ha reso più difficile continuare a operare.
  • Un aumento della consapevolezza del rischio di utilizzare le criptovalute per scopi terroristici. Il congelamento ha dimostrato che le criptovalute non sono una fonte di finanziamento sicura e che le forze dell’ordine possono adottare misure per interromperle.
  • Un incentivo per i gruppi terroristici a cercare nuove fonti di finanziamento. Hamas e altri gruppi terroristici potrebbero essere costretti a ricorrere a fonti di finanziamento più rischiose, come il traffico di droga o il racket.

Reazioni

Il congelamento delle criptovalute da parte di Israele è stato accolto con favore da molti, tra cui i governi, le organizzazioni internazionali e le forze dell’ordine.

Il governo israeliano ha affermato che il congelamento è un “importante passo avanti nella lotta al terrorismo”. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha affermato che il congelamento è un “messaggio forte ai gruppi terroristici che non possono sfruttare le criptovalute per finanziare le loro attività”. L’Agenzia delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine (UNODC) ha affermato che il congelamento è un “esempio positivo di come le criptovalute possono essere utilizzate per combattere il terrorismo”.

Hamas ha condannato il congelamento, definendolo una “provocazione”. Il gruppo ha affermato che il congelamento è “un tentativo di strangolamento” e che “non impedirà al popolo palestinese di continuare la sua lotta contro l’occupazione israeliana”.

Binance

Questa non è la prima volta che le autorità israeliane sequestrano conti legati alle criptovalute del gruppo Hamas. Ad aprile, le autorità hanno sequestrato 190 conti Binance legati a gruppi terroristici islamici dal 2021.

Precedentemente, Israele aveva già sequestrato almeno 33.500 e 750.000 dollari di criptovalute dai crypto wallet collegati ad Hamas.

Una causa intentata contro il CEO di Binance Changpeng “CZ” Zhao dalla US Commodities Futures and Trading Commission (CFTC) a marzo sostiene che i dirigenti dell’azienda sapevano di “transazioni HAMAS” sulla piattaforma.

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