Il Viaggio pittorico in Brianza dei tedeschi Federico e Carolina Lose

Nel 1822 il viaggio dei pittori tedeschi Federico e Caroline Lose, marito e moglie, in Brianza. Ecco di cosa si tratta.

I coniugi pittori tedeschi Federico (Görlitz 1776-Milano 1833), e Caroline Lose (Görlitz Dresda, 1784 – Milano 1837), ben duecento anni fa, ovvero nell’estate del 1822, effettuarono un viaggio per così dire pittorico sui monti della Brianza. Lo fecero per scoprire la Brianza, disegnando luoghi, monti, laghi, paesaggi mozzafiato, tra cui 50 ville, percorrendo i 152 km che i coniugi fecero in bicicletta. Residenti a Milano da quasi vent’anni, Federico e Carolina Lose nell’estate del 1822 intrapresero un “Viaggio pittorico sui monti di Brianza”.

Il Viaggio pittorico in Brianza dei tedeschi Federico e Carolina Lose: lo scopo, pubblicità d’altri tempi

Lo scopo essenziale del viaggio, un tour artistico en plein air, propriamente in piena aria, all’aperto, era ritrarre i paesaggi di quel territorio che iniziava ad essere luogo d’elezione per la nascente borghesia milanese che mirava a spostarsi fuori porta per le vacanze. Produssero così 24 stampe a colori, che furono pubblicate l’anno seguente. Le stampe riscossero un tal successo da essere vendute in migliaia di copie, andando a creare il celebre mito della Brianza, come meta di un breve viaggio o residenza di vacanza per la borghesia milanese. Un viaggio artistico per pubblicizzare turisticamente il territorio a nord di Milano, e le 24 stampe, nascevano da un vero e proprio diario-appunti, schizzi che sarebbero stati poi ripresi in studio, di quel viaggio estivo dei coniugi Lose e la descrizione dettagliata dell’itinerario ciclistico di 152 km, toccando quindi i luoghi che diedero vita a quelle ventiquattro suggestive immagini, realizzare una serie di stampe da quei panorami collinari. Questo viaggi, questi tours erano allora di moda, e primo fra tutti fu Stendhal a muoversi e a scrivere pagine memorabili.

Il Viaggio pittorico in Brianza dei tedeschi Federico e Carolina Lose: il precedente di Stendhal

L’idea di questo viaggio faceva seguito al celebre “Voyage dans la Brianza” di Stendhal svoltosi nel 1818, ed era indicativo del crescente interesse che i cittadini milanesi iniziavano a manifestare per il misterioso e fascinoso territorio collinare brianteo. Ebbene il viaggio dei Lose, un viaggio dolce che partì dalla Villa Reale di Monza, passò per Villa Gernetto a Lesmo, poi volse sul Lambro ad Agliate, passando per Verano Brianza e si inoltrò nelle bellezze della Brianza Lecchese fino ad Asso, Pusiano, Civate (recita una leggenda storica che proprio qui Giacomo Leopardi – durante il periodo milanese – scrisse “Il passero solitario”), per ridiscendere a Merate, Monticello Brianza e Barzanò.  

Il Viaggio pittorico in Brianza dei tedeschi Federico e Carolina Lose: Giacomo Leopardi

È possibilissimo che i Lose siano realmente stati fonte di ispirazione per il poeta recanatese, Leopardi. Tant’è vero che tra le note del diario, appunti visivi e scritti, i coniugi Lose fornirono un’ampia ricerca ornitologica sul passero solitario, il “Passer domesticus” detto uccello dei Passeridi, uccello che nidifica nella Valle dell’Oro a Civate. Proprio questo approfondimento potrebbe essere stato fonte di ispirazione per Giacomo Leopardi per la scrittura del grande Idillio “Il passero solitario”. Il poeta si trasferì a Milano solo un paio di anni dopo la pubblicazione delle stampe dei Lose, vale a dire nel 1825. E’ ipotizzabile, quindi, che fosse venuto a conoscenza del diario dei Lose e che non si fosse limitato a leggerlo, ma si fosse addirittura recato a Civate; i versi iniziali del “passero solitario” fanno riferimento, infatti, a una torre antica, che potrebbe essere proprio il Campanone della Brianza, visibile da Civate. 

Il Viaggio pittorico in Brianza dei tedeschi Federico e Carolina Lose: il libro e le stampe

Per tornare al libro e alle stampe dei Lose, ecco intanto il titolo del libro che recita “Viaggio pittorico nei monti di Brianza di Federico e Carolina Lose. (ristampa anastatica datata 1823); in-folio oblungo 44 x31 cm. con mezza pergamena edit., piani incorniciati in oro taglio dorato superiore con barbe, 32 pp., 24 splendide tavole a colori perfettamente riprodotte e disegnate, incise in acquatinta da Federico e Carolina Lose. Bellissima ristampa della rara edizione di Milano, 1823 composta a mano da Luigi Maestri. La stampa delle tavole in fotolito, su carta appositamente fabbricata dalla cartiera Ventura di Como, legatura di Torriani & C. Esemplare ottimamente conservato in custodia.

Sono propriamente queste 24 stampe, che trovo personalmente bellissime, acquetinte di una rara maestria e bellezza perché campionano una Brianza inedita e ancora oggi tutta da scoprire, opere che fecero nascere già allora il legame tra la Brianza e Milano. La felice produzione di 24 stampe di gusto certamente romantico – erano quelli gli anni del Romanticismo –  che seguì al Viaggio pittorico dei Lose ebbe un grande successo di pubblico e fu decisiva per consacrare la Brianza quale luogo di vacanza ideale per la nobiltà e la borghesia milanese,  un legame stretto ancora oggi imperante tra la Brianza e Milano originato dalla prospettiva di una vacanza nel verde,  e non solo  e che si sarebbe poi sviluppato anche nelle arti applicate, in quel territorio  prezioso  nella produzione del  mobile e nel design. Le stampe mettono in evidenza il territorio Erbese.  Ben 5 delle 24 stampe artistiche raffigurano il territorio erbese (il Buco del Piombo, Incino, Villa Amalia, San Salvatore), con scorci tanto suggestivi e oltretutto differenti dagli urbanizzati attuali. 

Il Viaggio pittorico in Brianza dei tedeschi Federico e Carolina Lose: le opere e il territorio

Inedite sorprese si leggono in due immagini forse più conosciute di quelle celebri stampe, sono le vedute delle colline della Brianza dipinte da Villa Greppi e da Monticello Brianza, con lo sfondo inconfondibile delle due Grigne e del Resegone. Il tedesco Fredrich o Federico Lose, fu attivo a Milano come incisore vedutista nella cerchia di Eugenio di Beauharnais. La sua fama è legata proprio all’album “Viaggio pittorico nei monti di Brianza”, e una di quelle 24 stampe ritrae il Monte di Brianza e il paese di Castello di Brianza, presumibilmente dalla collina di Sirtori. Federico e Carolina Lose sono gli autori di “Campo Dolcino” Dimensioni mm. 135×190, tecnica acquatinta, firma in basso a sinistra. Nel 1824 era entrata in funzione la nuova strada carrozzabile dello Spluga, già pronta dal 1822 sul versante lombardo, ma completata solo quell’anno sul versante svizzero-grigionese ad opera dell’ing. Riccardo la Nicca. Uno dei primi artisti a percorrerla è Federico Lose che, in quello stesso 1824, ne ricava un album di 16 incisioni, il Viaggio pittorico e storico al Monte Spluga da Milano a Coira, che è anche la prima guida visiva al nuovo itinerario turistico tra la Lombardia e l’Europa e la prima descrizione pittorica moderna delle alpi lombarde. Solo due anni più tardi, infatti, nel 1826, uscirà a Zurigo l’album di incisioni di Johannn Jacob Meyer Die Bergstrassen durchden Canton Graubündten (Le strade montane del Canton Grigioni), con i testi del dott. Jacob Gottried Ebel, tedesco naturalizzato svizzero, come Lose era naturalizzato lombardo. La nuova carrozzabile rendeva l’antico itinerario dello Spluga molto più agevole e spettacolare anche nei punti più arditi, mediante un percorso appositamente pensato per godere di uno scenario alpino tra i più spettacolari e grandiosi, destinato a diventare nell’Ottocento, un tòpos del Grand Tour europeo. Fino ad allora tutte le stampe sulla via dello Spluga avevano avuto un tono piuttosto drammatico per l’asprezza e le difficoltà del percorso. Nelle incisioni di Lose, invece, la natura alpestre perde, per la prima volta, il suo carattere ostile, per mostrarne uno più domestico e amichevole. Ne è un esempio questa acquatinta, Campo Dolcino, che si presenta come una rilassante distesa di verde nel cuore della natura alpina, una “tregua della terra”, come Giovanni Bertacchi chiamava Campodolcino alludendo alla serena dolcezza. In primo piano due viandanti, uno a piedi l’altro a cavallo, si incrociano lungo la strada. Dietro ad essi un somiere spinge i suoi muli carichi di merci. La veduta è ripresa dal tratto del percorso che scende da Pianazzo e mostra, al centro, la frazione di Corti, dietro la quale si vede in lontananza la chiesa di S. Giovanni, mentre sulla destra, ai piedi del costone roccioso, si profilano le case dei minuscoli nuclei che sono Tini e Portarezza.

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Nato nel 1949, Carlo Franza è uno storico dell’arte moderna e contemporanea, italiano. Critico d’arte. È vissuto a Roma dal 1959 al 1980 dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (lettere, filosofia e sociologia). Si è laureato con Giulio Carlo Argan di cui è stato allievo e assistente ordinario. Dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Professore straordinario di storia dell’arte moderna e contemporanea (Università La Sapienza-Roma) , ordinario di lingua e letteratura italiana. Visiting professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose università estere. Giornalista, critico d’arte dal 1974 al 2002 a Il Giornale di Indro Montanelli, poi a Libero dal 2002 al 2012. Nel 2012 ritorna e riprende sul quotidiano “Il Giornale” la sua rubrica “Scenari dell’arte”.