Il peso argentino ha superato martedì la barriera psicologica dei 300 pesos al mercato nero, toccando un minimo storico, mentre è stato scambiato con un calo del 3% rispetto all’ultimo giorno, perché sia i privati che le imprese detengono rare banconote verdi.

L’ultimo scivolone al ribasso del peso arriva tra i crescenti sospetti più che le previsioni a breve termine della crisi che probabilmente si terrà nell’economia del Sud America, come da una scossa istantanea all’inizio di luglio alla guida del ministero dell’Economia in cui Silvina Batakis ha controllato da un predecessore apparentemente più moderato.

Secondo una valutazione privata, la valuta stressata del peso sul mercato ha perso circa il 31% nel 2022, in linea con l’inflazione del 32% nello stesso periodo.
Parlando in condizioni di anonimato, un trader ha detto che il mercato è distorto e si trova in un momento in cui tutti cercano di coprirsi a qualsiasi prezzo, il che è folle.

I risparmiatori si stanno orientando verso il mercato nero a causa degli stretti controlli sul tasso di cambio e dell’incertezza su una possibile svalutazione, un passo che il governo si è sempre impegnato a evitare.

I titoli di Stato sul mercato locale hanno perso in media il 2%, segnando una certa correzione con i titoli che correggono l’inflazione.

Alcuni esperti vedono l’inflazione superare l’80% quest’anno a causa delle tensioni interne alla coalizione di governo del presidente Alberto Fernandez.

Martedì, il tasso di cambio ufficiale del peso è diminuito dello 0,19%, rispetto al dollaro, ampliando il divario con il tasso parallelo a poco più del 132%.

L’Università Nazionale di Avellaneda ha dichiarato che il crescente divario mostra la maggiore tensione nel mercato dei cambi d’oltremare e crea maggiori pressioni per ridurre il tasso di cambio ufficiale.