Il Kosovo rinnova le restrizioni all’estrazione di criptovalute in seguito all’aumento dei prezzi dell’elettricità

L’autorità esecutiva del Kosovo ha autorizzato alcune procedure per garantire nei prossimi giorni adeguate fonti di energia elettrica alle famiglie e alle aziende.

Le iniziative del Consiglio dei ministri comprendono l’assistenza alle case per il riscaldamento, l’assistenza all’operatore di rete del Paese per garantire la sicurezza della trasmissione di energia e la riduzione dell’utilizzo da parte di tutte le organizzazioni.

Anche il divieto di utilizzare l’energia elettrica per la produzione di valuta virtuale viene citato come un passo essenziale. Le attività industriali megalomani sono state fermate per la prima volta quando il Paese riconosciuto nel Sud-Est Europa ha dovuto affrontare interruzioni di corrente l’anno scorso.

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L’amministrazione ha affermato che le “politiche di protezione” sono state attuate in risposta all’attuale crisi energetica internazionale, compresi i prezzi in rapida crescita con cui il Kosovo importa energia e la possibilità di una restrizione del trasferimento di combustibili fossili da diverse nazioni europee. Quest’ultima potrebbe portare a un ulteriore aumento dei prezzi.

Oltre a vietare il mining di criptovalute l’anno precedente, lo Stato ha perseguito i proprietari di operazioni di mining illegali, confiscando la tecnologia in una serie di operazioni di polizia che hanno coinvolto diverse macchine per il conio di monete da fattorie sotterranee di criptovalute.

Il giro di vite ha esacerbato le lotte etniche nella piccola nazione, poiché lo Stato centrale a guida albanese ha preso di mira le aree a prevalenza serba nel nord, dove i clienti si rifiutano di pagare le bollette dell’energia elettrica da oltre 20 anni perché non riconoscono il potere di Pristina.

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