Il glioblastoma, un tipo mortale di cancro al cervello, è stato debellato con successo da una ricerca innovativa dell’Università di Tel Aviv. La conclusione dello studio è stata raggiunta grazie a una tecnica creata dai ricercatori sulla base dell’identificazione di due meccanismi cerebrali cruciali che consentono la sopravvivenza e la crescita del tumore: uno protegge le cellule cancerose dalla risposta immunitaria e l’altro fornisce l’energia necessaria per una rapida crescita del tumore. La ricerca ha scoperto che gli astrociti, che sono cellule cerebrali, regolano entrambi i metodi e che le cellule tumorali vengono uccise e distrutte quando non sono presenti.
Rita Perelroizen, una studentessa di dottorato, ha svolto il ruolo di ricercatore principale dello studio. Ha lavorato fianco a fianco con il Prof. Eytan Ruppin del NIH negli Stati Uniti ed è stata guidata dal Dr. Lior Mayo di molte Scuole di Neuroscienze. Lo studio è stato enfatizzato con ulteriori commenti dopo la sua pubblicazione sulla rivista accademica Brain.
I ricercatori hanno scoperto che, grazie al coinvolgimento degli astrociti, il tumore maligno ha ucciso tutti gli animali con tumore glioblastoma dopo 4-5 settimane, utilizzando un modello animale in cui è stato possibile rimuovere gli astrociti attivi intorno al tumore. Il cancro è scomparso nel giro di pochi giorni e tutti i topi trattati sono sopravvissuti quando è stata utilizzata una tecnica innovativa per colpire e distruggere gli astrociti vicino al tumore. Inoltre, la maggior parte degli animali è sopravvissuta anche dopo la sospensione del farmaco.
I ricercatori hanno scoperto due variazioni chiave, che rivelano le alterazioni a cui vanno incontro gli astrociti quando vengono colpiti dal glioblastoma. La prima modifica riguarda la reazione del sistema immunitario al glioblastoma.
Il secondo modo in cui gli astrociti promuovono il glioblastoma è controllare l’accesso delle cellule tumorali all’energia attraverso la produzione e il trasferimento di colesterolo.
Gli astrociti vicini al tumore sono stati modificati in modo da interrompere la produzione di una particolare proteina di trasporto del colesterolo (ABCA1), impedendo loro di trasportare il colesterolo nel tumore. Anche in questo caso, i risultati sono stati sorprendenti: il tumore è praticamente “morto di fame” nel giro di pochi giorni senza avere accesso allo stesso colesterolo generato dagli astrociti. Questi risultati sorprendenti, che supportano la teoria della fame dei ricercatori, sono stati ottenuti sia in studi su animali sia in campioni di glioblastoma acquisiti da persone.