Per evitare il problema, i miner vendono i propri Bitcoin.
Secondo i dati finanziari delle società di mining quotate in borsa, esse hanno dovuto triplicare le vendite di criptovalute per soddisfare le loro esigenze.
Il Bitcoin Miners to Exchange Flow, una metrica che misura il volume di BTC con cui i miner operano negli scambi di criptovalute, ha raggiunto un picco di 9.476 unità in sette mesi. L’aumento dei flussi di scambio suggerisce che i miner stanno offrendo i propri BTC in previsione di un calo dei prezzi.
Secondo la società di analisi blockchain Glassnode, i miner sono ora formalmente venditori netti, dopo i periodi in cui erano stati acquirenti netti.
Le società di mining hanno venduto 4.411 bitcoin nel mese di maggio 2022, più di quattro volte la media mensile da gennaio ad aprile 2022. Ciò si evince dai bilanci pubblici di tali aziende forniti all’autorità di regolamentazione.
Secondo i dati di Blockchain.com, anche il valore complessivo del rendimento dei miner è sprofondato da quasi un anno. Marathon Digital e Hut 8 hanno perso quasi il 40% di capitalizzazione nell’ultimo mese e Argo Blockchain ha perso il 35%.
I dati della società di analisi Coin Metrics rivelano, inoltre, che i miner di criptovalute hanno iniziato a trasferire il denaro nei portafogli degli scambi di criptovalute. Nonostante l’assenza di dati affidabili sul movimento delle valute possedute dai miner, è chiaro che le società che “estraggono” coin sono sull’orlo del fallimento.
Tuttavia, il Bitcoin ha interrotto il trend negativo di due mesi di chiusura settimanale in rosso. Anche se è presto per dire che abbia toccato il fondo, soprattutto se si considerano le variabili macroeconomiche, sapere questo è una boccata di ossigeno per gli investitori.
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