Animoca Brands, il colosso asiatico dei giochi in criptovaluta e degli investimenti sul web3, si sta espandendo in Giappone con una raccolta di 45 milioni di dollari con una capitalizzazione pre-money di 500 milioni di dollari.
L’operazione è stata realizzata in parti uguali da Animoca Brands e MUFG Bank, la più grande banca giapponese con 360 decenni di esperienza. Arriva in un momento in cui il governo sta inasprendo le leggi che circondano il business delle criptovalute.
Il Giappone non è un Paese favorevole alle criptovalute. Attualmente applica un’imposta commerciale del 30% sui profitti derivanti dagli asset crittografici, come i guadagni non realizzati, una normativa che ha provocato un allontanamento della blockchain e richieste di riduzione delle aliquote fiscali da parte delle imprese crittografiche nazionali.
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Tuttavia, con i suoi numerosi e popolari anime, manga, videogiochi, film e cantanti, il Giappone rimane una destinazione desiderabile per i fornitori di NFT alla ricerca di IP.
In effetti, Animoca Brands, la cui società madre ha sostenuto OpenSea, il principale marketplace di NFT al mondo, intende utilizzare i nuovi fondi per proteggere le licenze dei diritti di proprietà intellettuale prevalenti, stabilire una competenza di base e incoraggiare l’implementazione di Web3 a numerosi partner, aumentando il valore e la convenienza del loro marketing dei contenuti e promuovendo al contempo la crescita di un ambiente NFT sicuro e affidabile in Giappone.
Anche le aziende IT giapponesi si stanno rivolgendo agli NFT. Line ha debuttato il suo mercato NFT in Giappone in aprile, seguendo una strategia delineata l’anno scorso. Si tratta di una conclusione scontata, dato che la centrale di comunicazione giapponese ha guadagnato ingenti somme di denaro dalle transazioni con adesivi e ha reso popolari alcuni set di adesivi. I 90 milioni di clienti giapponesi di Line possono ora memorizzare e vendere NFT nel loro portafoglio di attività virtuali.
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