Ecco quali sono state le performance storiche di bitcoin a marzo. E quest’anno cosa succederà?

Mediamente negli anni bitcoin è aumentato del 10% a marzo, ma con significative differenze tra un anno e l’altro.

Dopo un febbraio sostanzialmente piatto, gli investitori impazienti sono curiosi: cosa farà bitcoin a marzo?
Diamo un’occhiata a come si è comportato bitcoin a marzo negli ultimi 12 anni. In media, il valore dell’asset è aumentato del 10% ogni volta.

Bitcoin, marzo e l’halving

Inizialmente marzo non è stato bullish per BTC. La criptovaluta è scesa dell’8,2% a soli $ 0,79 nel 2011 e ha fatto registrare movimenti impercettibili l’anno successivo.
Le cose sono cambiate nel 2013 quando bitcoin ha chiuso il mese a $ 92,19, con un impressionante aumento del 176,2% dall’inizio del mese. Questo cinque mesi dopo il primo halving del novembre 2012.
L’halving è il dimezzamento della produzione di bitcoin che si verifica ogni 210.000 blocchi, cioè ogni 4 anni. La criptovaluta diventa quindi più scarsa e storicamente questo ha sempre coinciso con una bull run del valore.

I cinque anni successivi hanno segnato un ritorno al ribasso. Dal 2014 al 2018, bitcoin è sceso rispettivamente del: 16,9%, 4%, 4,8%, 9,2% e 32,8%: marzo 2018 è stato il peggiore di sempre. Questa debacle del 2018, come quella del 2013, è arrivata l’anno dopo l’halving e il successivo bull market del 2017.
A marzo 2019 BTC è aumentato del 7,4% e nel marzo successivo c’è invece stato un crollo del 24,8%, in larga misura legato al panico per la diffusione dell’epidemia che ha coinvolto anche tutti gli altri asset, digitali e tradizionali. Da ricordare, in particolare, il 12 marzo, quando il valore di BTC è passato da 8.000 a meno di 4.000 dollari in un giorno.
Due mesi dopo c’è stato l’halving e nei due anni successivi BTC è aumentato, rispettivamente, del 30,2% e del 5,4%.

E adesso?

Per quanto riguarda le previsioni bitcoin, secondo la società di analisi CryptoQuant potremmo assistere nel breve termine a un’ondata di vendite, a causa dell’azione di balene e miner che hanno inviato agli exchange una quantità crescente di BTC questa settimana.
Si tratta di un chiaro segnale che entrambi questi gruppi vogliono liquidare le loro posizioni: “Un comportamento che può portare a una pressione sulle vendite”, secondo CryptoQuant.

Nuovi progetti da monitorare

Bitcoin storicamente indica la direzione che la maggior parte delle criptovalute segue: se BTC aumenta, aumentano anche le altcoin e viceversa. E i progetti ancora in fase di prevendita? Lì spesso si trovano le migliori occasioni per investire. Vediamo due progetti che questo mese sbarcheranno sugli exchange.

Fight Out

Fight Out è un progetto in prevendita che ha appena raggiunto la soglia dei 5 milioni di dollari raccolti. Fight Out opera nel settore del move to earn come StepN ma offre maggiori vantaggi: in primo luogo, ricompensa gli utenti col proprio token non solo per il jogging ma anche per altri esercizi. In secondo luogo, Fight Out realizzerà una serie di palestre fisiche (altre potranno affiliarsi) nelle principali città del mondo dove i membri della comunità si ritroveranno.
Fight Out è anche un metaverso in cui gli utenti diventano degli avatar NFT che possono avanzare nel mondo virtuale solo se anche gli utenti reali raggiungono con successo gli obiettivi del loro programma di allenamento personalizzato. Il progetto è indubbiamente innovativo e vede il coinvolgimento di professionisti della boxe e delle MMA.

C+Charge

C+Charge, un progetto che opera nel settore della ricarica dei veicoli elettrici, ha raggiunto il traguardo di 2 milioni di dollari in prevendita. C+Charge è una rete di stazioni di ricarica fisiche – di proprietà e affiliate – e un’app per dispositivi mobili. Grazie all’app, i proprietari di veicoli elettrici potranno fare la ricarica pagando col token nativo CCHG.
In cambio riceveranno crediti di carbonio tokenizzati che potranno poi convertire in NFT ed eventualmente rivendere. Introducendo la blockchain in questo settore, si democratizza il mercato dei crediti di carbonio e inoltre l’automobilista può localizzare le stazioni aderenti più vicine, sapere in anticipo il prezzo e i tempi di attesa; ci sono vantaggi economici anche per i gestori delle colonnine.

I.P.

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