Come fanno gli investitori a comprare prodotti agricoli mentre si prevede un aumento dei prezzi degli alimenti?

Sebbene le materie prime siano costantemente al centro dell’attenzione, negli ultimi due anni la frequenza delle notizie è aumentata in modo evidente, in quanto va di pari passo con l’eccitazione e la paura che gli operatori di mercato che monitorano questo enorme settore provano.

Secondo Avtar Sandu, chief commodities director di Phillip Nova, la battaglia tra Ucraina e Russia non ha fatto altro che aumentare le turbolenze sui mercati mondiali dell’energia e dell’agricoltura. Entrambe le nazioni sono importanti esportatori di materie prime. Per questo lo definisce un “evento che cambia le carte in tavola”.

Per gli investitori più accorti, questo ha portato a opportunità di trading, dato che diverse materie prime si sono alternate sotto i riflettori.

Ad esempio, il tipico bene rifugio, l’oro, è salito a nuovi massimi all’inizio del conflitto. Quando le banche centrali hanno iniziato ad accennare a un inasprimento delle condizioni finanziarie, i futures sull’oro Comex sono aumentati di circa il 12% in sei settimane fino a superare i 2.000 dollari l’oncia, prima di scendere al livello attuale, secondo Sandu.

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Secondo un’intervista rilasciata da Sandu a settembre, i prezzi dei prodotti alimentari diventeranno più importanti nella quarta parte dell’anno. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti riferisce che i raccolti di mais, grano e soia sono stati inferiori a quelli degli ultimi anni. “I raccolti in crescita non sono avanzati come previsto”.

Con l’allentamento della stretta sui prezzi nei prossimi mesi, prevede che l’aumento dei costi alimentari prenderà il posto del greggio come argomento di discussione. Afferma che il greggio è passato dall’essere una commodity che ha fatto un’avanzata sostanziale a una strategia di vendita piuttosto che di acquisto dei ribassi.

Naturalmente, c’è anche il petrolio. Il 5 settembre, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati (OPEC+) hanno annunciato che avrebbero tagliato la produzione di petrolio per la prima volta in più di un anno per aumentare i prezzi che la recessione ha spaventato.

“Riteniamo che anche i tagli alla produzione extra di greggio dell’OPEC+ potrebbero non riuscire a sostenere i prezzi, visto che le banche centrali di tutto il mondo stanno attivamente aumentando i tassi di interesse, il che distruggerebbe la domanda”, aggiunge Sandu.

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