Chris Wood vs. Charlie Munger: chi ha ragione sulla sopravvivenza del Bitcoin?

Gli analisti di Jeffries e Berkshire Hathaway hanno opinioni molto diverse sul Bitcoin. Intanto avanzano le prevendite in qualche modo legate a BTC.

Quando si tratta di criptovalute, nel mondo della finanza si sentono spesso opinioni discordanti, specialmente per quanto riguarda il Bitcoin. Per alcuni si tratta della valuta del futuro, per altri invece di un investimento inutile.

Chris Wood, l’equity manager di Jefferies, ha definito il Bitcoin e l’oro dei beni rifugio contro lo svilimento del dollaro e la diminuzione dei rendimenti dell’inflazione.

Wood ha spiegato che la Federal Reserve ha ridotto il bilancio e aumentato i tassi di interesse a un ritmo senza precedenti, nel tentativo di domare l’inflazione.

A suo avviso, la Fed potrebbe dover adottare un atteggiamento “dovish” di fronte a una recessione statunitense, poiché la banca centrale è alle prese con il debito americano, pari a 33.000 miliardi di dollari.

Secondo l’analista, le banche centrali del G7, tra cui la Federal Reserve, non usciranno bene dalla politica monetaria non convenzionale, rimanendo impegnate in una continua espansione dei bilanci delle banche centrali.

L’incapacità di uscire dalla politica monetaria in modo positivo culminerà probabilmente nel crollo dello standard cartaceo del dollaro statunitense, a vantaggio dei possessori di oro e dei titolari del Bitcoin.

Se Chris Wood crede fermamente nel futuro del Bitcoin, ci sono altri esperti di finanza che non vedono le criptovalute di buon occhio. È il caso di Charlie Munger, vicepresidente di una delle più grandi holding al mondo, ovvero Berkshire Hathaway.

Secondo Munger, il Bitcoin è la cosa più stupida mai creata, mentre il trading in criptovalute è come veleno per topi. 

Munger ci è andato giù pesante, affermando che la maggior parte delle criptovalute spariranno, un destino al quale, secondo l’analista, andrà incontro anche il Bitcoin. 

Addirittura, Munger non riesce a credere che il governo degli Stati Uniti permetta il trading di criptovalute.

Sono due punti di vista molto diversi, da parte di due analisti di società importanti nel campo della finanza. 

Chiaramente è difficile prevedere cosa succederà al dollaro americano, così come al Bitcoin nel corso degli anni. 

Gli esperti ritengono che Bitcoin potrà godere di un rally nel 2024, con l’approvazione degli ETF Spot e con l’halving, previsto per la prossima primavera.

Le severe affermazioni di Munger sul mercato delle criptovalute e sul Bitcoin, sembrano andare contro l’evoluzione del settore degli asset digitali.

Non a caso, ogni giorno arrivano progetti interessanti come Bitcoin Minetrix che possono portare novità e fornire soluzioni alternative per investire e guadagnare.

Bitcoin Minetrix e il mining del Bitcoin

Il Bitcoin potrebbe diventare il bene rifugio per eccellenza nel caso del crollo del dollaro, ma in realtà ci sono già molte persone che riescono ad ottenere un rendimento passivo, tramite il mining della criptovaluta.

Sebbene faccia gola a molti, il mining del Bitcoin risulta spesso inaccessibile, a causa degli altissimi costi per l’allestimento di un computer per il mining e per le barriere tecniche. Per questo, Bitcoin Minetrix vuole provare a combinare il mining del Bitcoin tramite cloud, con lo staking dei token.

Il progetto si trova nella seconda fase della presale, con il BTCMTX venduto a 0,0111 dollari. Durante la presale sono stati raccolti più di 1 milione di dollari, mentre l’obiettivo finale è di 15 milioni di dollari

Il team del progetto utilizzerà i fondi per allestire un servizio di cloud mining che funzionerà tramite la meccanica Stake-To-Mine.

Lo Stake-To-Mine permette agli utenti di acquistare e mettere in stake il BTCMTX, in modo da ottenere crediti per il mining sotto forma di token ERC-20 non scambiabili. 

Il burning di questi crediti consentirà di generare l’hash rate (potenza di mining) necessario per ricevere le ricompense in Bitcoin.

Nonostante la piattaforma non sia ancora attiva, gli utenti possono comunque ottenere un APY del 370% mettendo in stake i token acquistati in presale.

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