L’editoriale del direttore: casa e auto di proprietà, quello stile di vita “normale” oggi impossibile

Gli ultimi dati sulla situazione reddituale dei brianzoli, a prima vista, sembrano rassicuranti. Ma i freddi numeri, se non incrociati con altre metriche, non dicono tutta la verità.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Gli ultimi dati sulla situazione reddituale complessiva dei brianzoli, rilasciati dal Ministero dell’Economia, a prima vista, sembrano rassicuranti: non solo, considerando l’anno 2021 (dichiarazione 2022), non c’è stato un calo ma, addirittura, la crescita in termini reali, del 3,4%, è superiore alla media nazionale (+2,9%). Insomma, nonostante il periodo di crisi, tra la l’onda lunga della pandemia, la guerra in Ucraina e l’inflazione galoppante, le cose sembrerebbero andare relativamente bene.

Ma è davvero così? I freddi numeri, spesso, non dicono tutta la verità. Soprattutto quando non vengono incrociati con altre metriche fondamentali per comprendere lo scenario. Sarebbe infatti sbagliato non considerare l’incidenza sulle condizioni di vita dell’aumento del costo dei principali e “tradizionali” beni di proprietà: se negli ultimi 10 anni i redditi, a Monza e provincia, sono aumentati del 13%, il prezzo di un’automobile è schizzato in su di oltre il 44% e quello di una casa del 27%. Aggiungiamoci il dilagare della precarietà contrattuale nel mondo del lavoro (a prescindere dai guadagni), che non consente di accedere a mutui e prestiti e il quadro è completo: il “fiato” della classe media è sempre più corto, anche in Brianza. E inseguire un modo di vivere che, solo un decennio fa, era considerato “normale”, oggi appare, per i più, impossibile.