Bluewaters, la più recente centrale a carbone australiana, perde soldi a causa della rapida affermazione delle fonti di energia rinnovabile

Il magnate del carbone dell’Australia occidentale è stato un altro vincitore dell’era 2009.

Stowe si stava spostando a valle dopo aver trovato il successo nell’estrazione del combustibile nero a Collie, 180 chilometri a sud di Perth.

Stava costruendo la sua centrale elettrica, un impianto da 440 MW che avrebbe utilizzato il carbone della miniera di sua proprietà e lo avrebbe bruciato per generare elettricità.

Secondo Peter Kerr, ex giornalista finanziario e dirigente del settore energetico, doveva sembrare una ricetta per stampare denaro.

Era un periodo favorevole per il carbone, un periodo di festa.

“Il futuro sembrava promettente. C’erano molti finanziamenti per i nuovi progetti e le fonti di energia rinnovabile non rappresentavano una minaccia significativa all’epoca.

“E Ric Stowe stava impiegando tutti i suoi sforzi per mettere in funzione l’impianto.

Ha fatto arrivare Jimmy Barnes per un grande concerto di ringraziamento e ha offerto ai membri dell’equipaggio dei bonus per incoraggiarli a lavorare più ore”.

Investitori influenti misero fine all’impero aziendale del signor Stowe meno di un anno dopo la messa in funzione della centrale di Bluewaters.

Per certi versi, la fine di Stowe è stata un’allegoria preoccupante per Bluewaters.

I proprietari giapponesi di Bluewaters, Sumitomo e Kansai Electric, hanno deciso di ammortizzare il loro investimento nel 2020, secondo Kerr, che ora possiede la società di consulenza energetica ATA Consulting.

“Secondo alcune stime, avrebbero investito mezzo miliardo di dollari del loro stesso denaro. In un affare da 1,2 miliardi di dollari per l’acquisto della centrale, con il resto finanziato dal debito”, si riferiva all’acquisto della centrale da parte dei giapponesi nel 2011.

Quindi, si cancella l’investimento, proprio come si farebbe in termini contabili… e si ammette la sconfitta, si subisce un duro colpo”.

“È una conclusione amara da accettare, ma la realtà è quella che è”.

Mentre tutti, dai governi alle autorità di regolamentazione, fino all’industria, cercano di tenere il passo con il ritmo vertiginoso del cambiamento, gli eventi senza precedenti di Bluewaters si sono ripercossi in tutto il settore energetico australiano.

Nel 2022, anno in cui molti esperti ritenevano che l’Australia avesse raggiunto un punto di svolta nell’abbandono dei combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili, questo rapido sconvolgimento è stato finora all’ordine del giorno.