L’editoriale del direttore: non vanno più raccontate frottole. Il domani sarà sempre più duro (e per i duri)

Ai giovani va detta la verità: il futuro non sarà migliore, non avrà nulla a che vedere con la bella vita (finta) degli influencer di Instagram.
Cristiano Puglisi
Cristiano Puglisi

Il mondo appare un luogo sempre più pericoloso. I focolai di conflitto spaventano, tanto che un’ipotesi fino a poco fa impensabile, quella di una guerra mondiale, oggi è considerata possibile. In uno scenario così cupo, che arriva dopo una pandemia e che si accompagna a una crisi economica globale, perdere la speranza non è esecrabile: il futuro non è più veicolo di sorti progressive. E da un bel pezzo.

Questa situazione si riflette, anche nel nostro territorio, soprattutto su giovani e giovanissimi: sempre meno sono quelli che investono in una famiglia (ce lo dicono gli uffici anagrafe dei nostri comuni) e sempre di più, in particolare tra gli adolescenti, quelli che si abbandonano ad atti di (auto)distruzione e violenza. È il modus vivendi delle baby gang, le cui “imprese” raccontiamo settimanalmente. Ma è, forse, anche la rabbia di generazioni alle quali sono state raccontate un sacco di frottole (e che lo hanno capito).

Come se ne esce? Forse anche cercando di indirizzare questa stessa rabbia in modo positivo. In che modo? Magari cominciando (a partire da noi operatori della comunicazione) a dire la verità: il domani non sarà migliore, non avrà nulla a che vedere con la bella vita (finta) degli influencer di Instagram, ma sarà solo e sempre più duro. E solo i duri potranno affrontarlo. E, nel caso, tentare di cambiarlo.