Venerdì 8 luglio, nella sala degli Arazzi dell’Hotel de La Ville, si è svolto il simposio dell’Associazione Italiana dei Documentalisti dell’Industria Farmaceutica e della Ricerca Biomedica (GIDIF-RBM) “Gestire, conservare, trasmettere i dati della scienza nei repository biomedici”, in occasione del 37° anniversario dalla sua fondazione (1985-2022).
L’Associazione Italiana dei Documentalisti è da sempre attenta nel fornire ai propri soci, e non operanti nel settore della documentazione e divulgazione scientifica, gli strumenti di alta formazione che rendano sempre più efficace l’intervento di facilitatori della conoscenza scientifica a tutti gli operatori biomedici. È grazie all’assiduo e minuzioso lavoro dei bibliotecari biomedici e dei documentalisti che i ricercatori possono essere costantemente aggiornati sulle pubblicazioni e novità editoriali in continua evoluzione, su tutte le malattie o le cure disponibili.
Il seminario, moderato da Fabio Venuda (docente del master di Digital Humanities presso l’Università degli Studi di Milano) e da Ivana Truccolo (presidente di GIDIF-RBM per il triennio 2019-2022), ha visto susseguirsi gli interventi di Simona Turbanti (Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano), Susanna Mornati (Chief Operating Officer di 4Science), Marco Morelli e Marco Soriano (ricercatori del Team Open Science dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano) e Giovanni Ziccardi (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Università degli Studi di Milano).
Tutti i partecipanti sono stati accolti con emozione ed entusiasmo da Francesca Gualtieri – Responsabile Servizio di Documentazione e Informazione Scientifica e Biblioteca Rottapharm Biotech di Monza e tesoriere dell’associazione – che ha animato il dibattito assieme a Moreno Curti (IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e Coordinatore del Sistema Nazionale Bibliosan), coinvolgendo i presenti in una stimolante tavola rotonda sulla cosiddetta “Scienza Aperta”, corrente di pensiero fondata sull’accessibilità e disponibilità della ricerca, ma anche sulla partecipazione intesa sia come divulgazione sia come partecipazione attiva e che ritiene, sostanzialmente, che la disseminazione dei dati e i risultati della ricerca siano cosa dovuta alla società scientifica e civile, senza che interessi di qualsivoglia natura ne limitino la diffusione e condivisione.
«Rendere pubblici i dati originali delle ricerche, a maggior ragione se finanziate da fondi pubblici, è molto importante per avvantaggiare la comunità scientifica sia in termini di tempo che di denaro. I data-set delle ricerche sono fonti preziose di informazioni che rischiano di essere perdute e molto spesso, dopo la pubblicazione degli articoli, sono dimenticati. Inoltre, è sempre più importante che risiedano in un luogo sicuro affinché possano essere reperibili, accessibili, interoperabili, riutilizzabili liberamente da tutti i ricercatori, sempre che l’obiettivo sia quello della ricerca etica a favore della salute di tutti», ha dichiarato Silvia Molinari (Ufficio Formazione ed Informazione dell’Istituto Mondino di Pavia).
Ai lavori è seguita l’apertura delle votazioni online per l’elezione del Consiglio Direttivo 2022-2025, che si concluderanno alla mezzanotte del 15 luglio.
La giornata di studio promossa dal Direttivo di GIDIF-RBM è stata anche una splendida occasione per dare risalto, far conoscere e valorizzare la storia della città di Monza. Adalberto Spadari, giovane storico monzese, ha infatti tenuto un’interessante presentazione dedicata a “La Villa Reale di Monza: storia e ruoli del palazzo del Piermarini”, che ha preceduto la visita alla magnificente reggia, in programma per il pomeriggio. Francesca Gualtieri ha tenuto a sottolineare la grande disponibilità e attenzione rivolta ai propri uditori da parte delle esperte guide della villa, che «hanno arricchito con dovizia di particolari e spiegazioni questa affascinante visita, in un luogo che è stato teatro della nostra Storia è che è uno dei simboli della nostra città».
Infine, la presidente uscente, Ivana Truccolo, ha salutato con una riflessione e un caloroso ringraziamento: «Sono stati tre anni particolari, in cui anche noi abbiamo dovuto riorganizzarci per continuare a offrire il nostro servizio di formazione, supporto e advocacy della professione. Possiamo dire di essere sopravvissuti bene. Ringrazio ognuno/a di voi per l’impegno e mi auguro che l’associazione continui a essere un interlocutore importante nel panorama biomedico e bibliotecario, se il GIDIF non ci fosse bisognerebbe inventarlo».