A Lissone la politica locale sembra aver preso una piega che neanche nei migliori casinò di Las Vegas. Non è una metafora: qui, tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, il tavolo verde non è quello dei Consigli comunali, ma quello da poker. I protagonisti? Non solo i volti noti dei due partiti, ma anche qualche big provinciale di Forza Italia che di recente ha perso 300 euro in una mano, mentre gli occhi di Fratelli d’Italia scrutavano le carte come se stessero leggendo l’andamento delle prossime elezioni.
L’ultima partita si è svolta un paio di settimane fa a casa di un big della politica nostrana, trasformata per una sera in una sorta di “sala del potere in miniatura”. Fiches impilate, carte in mano e bluff a volontà. Una vera e propria strategia di coalizione indiretta. Le regole? Apparse chiare solo agli inizi. Nessun asso nascosto, nessun jolly segreto. Peccato che la realtà sia stata ben diversa. Tra un “call” e un “raise”, qualcuno ha provato a far passare per straordinario ciò che altri definirebbero tattica di partito.
Ironia della sorte, entrambi i partiti sono ufficialmente contrari al gioco d’azzardo. Ma a quanto pare, lo slogan contro le slot machine e i gratta e vinci vale poco quando in palio ci sono le fiches e, soprattutto, l’onore di un vertice provinciale di Forza Italia che ha visto volatilizzarsi 300 euro in un solo colpo con la stessa facilità con cui firmano un comunicato stampa. I bluff si alternano alle puntate, i sorrisi si mescolano a occhiate torve. Ogni carta giocata sembra un sondaggio politico mascherato. Ogni puntata un colpo di mano sulle nomine comunali.
Non è mancato il colpo di scena come il classico rilancio all’ultimo secondo che ha lasciato gli avversari a mani vuote. Si ride, certo, ma tra una risata e l’altra si decidono anche strategie elettorali, si testano alleanze e si misurano le fragilità dell’avversario. L’arte del bluff, che insegna il poker, qui si sposa con la più pura tattica politica. Far credere di avere la mano vincente mentre si nasconde un doppio sei nel taschino.
E così, a Lissone, i consiglieri non solo dibattono su urbanistica, bilancio o piano traffico. Si confrontano sulle probabilità di vincere la prossima mano di poker e, allo stesso tempo, quella della prossima poltrona di potere. Se a qualcuno scappa una risata pensando che sia solo un gioco, basta guardare il volto dei giocatori. Non è la somma di denaro che conta, ma il prestigio di vincere davanti agli amici di partito o alleati.
In questo gioco di carte, la politica perde il suo smalto istituzionale e diventa pura partita di bluff che nemmeno nei manuali di scacchi politici si trova. Al prossimo rilancio o delibera di giunta…