Tutto secondo copione, giovedì 31 luglio, a Lissone, in consiglio comuinale. Un ordine del giorno inutile e anche folle, con la maggioranza che chiedeva le dimissioni di un consigliere di opposizione, Luca De Vincentis di Vivi Lissone, caso più unico che raro. Poi la discussione, con tanto di liti e polemiche, infine l’alzata di mano. Alla fine della serata di giovedì è d’obbligo tirare le somme: i numeri sono dalla parte della maggioranza, il consigliere di opposizione resta dov’è. Insomma una serata buttata via. Si può anche considerare che il bicchiere mezzo pieno: la seduta di Consiglio comunale per molti è stata una alternativa alla serata da trascorrere in casa davanti alla televisione. All’atto pratico l’utilità per la città è la stessa: nulla. La maggioranza aveva deciso di presentare l’ordine del giorno contro De Vincentis: una censura per il suo atteggiamento e la richiesta di dimissioni. «Il 26 giugno – ha raccontato Andrea Carraretto in aula lunedì – nel bar De Vincentis mi ha raggiunto all’improvviso. Il suo volto a pochi centimetri dal mio, tono minaccioso e aggressivo. Ha inveito: ‘Sei un uomo di m… Di te farò terra bruciata, non sai chi sono io’. Io mi sono allontanato per evitare la che la situazione potesse degenerare, lui è stato allontanato da terzi». Tre in realtà gli episodi aggressivi che sono stati attribuiti al capogruppo di Vivi Lissone in questi anni.
A Lissone, il consigliere Luca De Vincentis resta al suo posto: oltre il polverone, il nulla
Dalla sua parte Paolo Rivolta (Lissone al Centro), consigliere e avvocato di professione: «Tecnicamente l’ordine del giorno non è corretto. Si chiedono le dimissioni di De Vincentis per fatti non accaduti in Consiglio comunale. Una lite al bar con minacce si risolva con una querela. I tre fatti contestati non sono accaduti durante le sedute di consiglio comunale, uno neanche in municipio». Non è mancata l’obiezione della maggioranza: il consigliere comunale è tale in ogni luogo, rappresenta l’istituzione sia all’interno sia all’esterno del municipio». I più giovani sono avvisati: se giocano a calcio e vengono espulsi dall’arbitro per un brutto fallo intenzionale o per una pessima condotta, una volta cacciati negli spogliatoi inizino a scrivere le dimissioni da consigliere comunale. Furibonda Concettina Monguzzi (Listone Lista Civica) nei confronti della maggioranza: «Mettete nero su bianco che gli atteggiamenti di De Vincentis sono aggressivi. Adesso siete diventati anche medici? Pensate davvero che possa prendervi a pugni? Questo ordine del giorno è una cosa indecente, non era neanche da presentare». Dello stesso avviso Fabio Meroni (Prima Lissone): «La questione tra Carraretto e De Vincentis mi sembra solo la faida di Santa Margherita. Macché richiesta di dimissioni, saranno gli elettori a decidere se i due dovranno avere ancora un posto in futuro in quest’aula. Questo ordine del giorno presentato dalla maggioranza ha portato Lissone su tutti i giornali, in Brianza ridono di noi. Credetemi, è l’ultima cazzata che potevamo fare. E, alla fine, non porta nemmeno da nessuna parte». Controprova, su la mano per il voto finale: vince la maggioranza, De Vincentis resta dov’è. Ci si rivedrà tutti in aula nel mese di settembre.