Dare nuova vita alle aree da tempo inutilizzate significa anche recuperare valore per il tessuto urbano e, di riflesso, per l’intera comunità. Una «filosofia» che, se pensata e applicata in maniera razionale, può migliorare decisamente l’immagine e la funzionalità delle nostre città. Anche a Monza, del resto, «pezzi» di territorio cittadino, in attesa da anni di essere rigenerati, sono finalmente stati al centro di operazioni che ne hanno sancito l’atteso rilancio e promosso il definitivo sviluppo. «La vera sfida di questi anni – sottolinea Gianni Matera, titolare dell’agenzia Tecnocasa di via Carlo Rota a Monza – è quella di evitare il consumo di suolo.

a Monza
Un obiettivo che è possibile raggiungere anche puntando sul recupero di aree dismesse, occupate magari da strutture vuote e fatiscenti». Un’operazione adeguata, dunque, può rivitalizzare parti di città a lungo dormienti, dare un futuro a zone rimaste senza alcuna prospettiva plausibile. Un passo in avanti spesso capace di innescare benefici che vanno a vantaggio di interi quartieri. «Un’area riqualificata in maniera interessante – aggiunge Matera – è quella una volta occupata dal Cotonificio Cederna: qui ora ci sono nuove strutture, un supermercato, spazi verdi, un ristorante e un residence. Ma è prevista anche una biblioteca». E poi c’è il capitolo relativo alle attività che sono ormai difficilmente compatibili con le esigenze della città. Officine e laboratori che una volta si trovavano alle periferie delle città, in seguito all’espansione urbanistica, ne sono poi stati inevitabilmente assorbiti. Un cambiamento che, talvolta, può creare problemi non sempre rapidamente risolvibili. Perché non è mai facile la coesistenza tra le necessità delle attività produttive e i desideri degli abitanti di una zona. «In determinate situazioni – commenta Matera – dovrebbe essere lo stesso Comune a identificare quelle attività che potrebbero essere trasferite all’esterno del centro urbano. Nelle aree così recuperate potrebbero essere edificate costruzioni realizzate in base ai più moderni criteri. I costruttori stessi potrebbero compensare parte degli oneri di urbanizzazione facendo qualcosa per il territorio: parcheggi e giardini al servizio della città». Il recupero di uno spazio dismesso, insomma, può davvero costituire un valore aggiunto. «Nelle aree abbandonate – conclude Matera – possono sorgere edifici a basso consumo energetico. Non ha senso consumare altro suolo e lasciare ampie zone urbane prive di qualsiasi utilizzo».
Info: www.monza1.tecnocasa.it
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