Monza, il presidio dell’hi-tech Allevi sollecita Letta e Zanonato

Dalla Bames a Micron, il presidente provinciale Dario Allevi sollecita Letta e Zanonato a «politiche adeguate per sostenere le competenze già presenti» sul territorio di Monza e Brianza.
Il presidio di Bames e Sem davanti alla sede della Provincia di Monza
Il presidio di Bames e Sem davanti alla sede della Provincia di Monza

Dalla Bames-Sem alla Micron. Sul piatto centinaia di posti di lavoro. Nella mattinata di martedì 11 febbraio l’incontro per il futuro dei 379 lavoratori di Bames e Sem, nel pomeriggio quello con l’assessore regionale Mario Melazzini e le organizzazioni sindacali. Mercoledì 12 febbraio il presidio della MIcron alla ede di Confindustria Monza mentre si parla del piano di 419 licenziamenti in tutta Italia, 223 dei quali ad Agrate e Vimercate. Il presidente provinciale Dario Allevi ha relazionato con una lettera sulla gravità della situazione occupazionale del settore hi-tech a Monza e Brianza, al presidente del Consiglio, Enrico Letta, e al ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, oltre che al parlamentari della zona e agli esponenti della Regione «In molti casi è accaduto che aziende multinazionali abbiano acquisito società italiane loro competitor con i relativi brevetti e know-how, facendo seguito in breve tempo alla relativa dismissione e chiusura con gravissime conseguenze sia occupazionali che strategiche». Citati i casi Micron, Compel/Linkra, Alcatel, Ibm che «stanno attuando importanti processi di ridimensionamento o delocalizzazione». Allevi rimarca anche come MIcron, benché invitata, non abbia partecipato agli incontri organizzati per evitare gli effetti della procedura di mobilità in scadenza il 7 aprile 2014, e afferma che la Provincia «si oppone con forza a queste modalità». Secondo il presidente provinciale è possibile evitare i licenziamenti «con l’attuazione di politiche attive del lavoro e di riqualificazione nonché con l’avvio di azioni che possono sostenere le competenze già presenti e che hanno fatto la storia del cosiddetto miracolo italiano». Da qui la richiesta di «individuare tra istituzioni, sistema formativo, imprese e sindacati, gli obiettivi comuni che portino a progetti di rafforzamento dei fattori di competitività e sviluppo sostenuto con politiche adeguate».