Micron, fumata nera a Roma L’azienda conferma gli esuberi

Fumata nera a Roma. Sulla vertenza Micron le parti si sono incontrate mercoledì pomeriggio a Roma, al ministero dello Sviluppo economico. Confermati gli investimenti in Italia, ma anche la volontà e la necessità di tagliare i dipendenti.
L’ultimo sciopero davanti ai cancelli della Micron
L’ultimo sciopero davanti ai cancelli della Micron

Fumata nera a Roma. Sulla vertenza Micron le parti si sono incontrate mercoledì pomeriggio a Roma, al ministero dello Sviluppo economico. La multinazionale americana dei semiconduttori, rappresentata dal vice presidente di Micron Brian Henretty, ha espresso la volontà di mantenere una presenza industriale nel nostro Paese, rafforzando gli investimenti in ricerca e sviluppo e per circa 20 milioni di dollari da investire nel prossimo biennio. Ha però anche ribadito la volontà di procedere alla riduzione del personale come già annunciato. Unica disponibilità su questo fronte, la possibilità di ricorrere per anno ad ammortizzatori sociali, da individuare, e la disponibilità a ricollocare nei vari siti sparsi nel mondo (Usa, Singapore) circa 70 dei 419 lavoratori per i quali ha annunciato la mobilità.

“E’ inaccettabile che l’azienda continui a mantenere sul tavolo i licenziamenti ventilando come soluzione, un ipotetico piano di ricollocazione nel mondo di 70 dei 419 licenziamenti annunciati – afferma Nicola Alberta, segretario generale Fim Lombardia e coordinatore nazionale della vertenza per la Fim -. La questione del ritiro dei licenziamenti è prioritaria, l’azienda deve darci risposte sul piano occupazionale che salvaguardino tutti i lavoratori. Su questo fronte anche il governo attraverso StM può dare un contributo, perché ragionare di crescita, significa rilanciare settori industriali avanzati come la microelettronica e i semiconduttori evitando che le multinazionali scappino dal nostro paese con il know how e i brevetti frutto dell’esperienza e della capacità dei nostri lavoratori”.

Quanto al piano investimenti annunciato, troppo “vago” per la Fim, occorre “precisare meglio e più concretamente l’impegno industriale che si intende mettere in campo”, perché anche questo dipende l’individuazione di nuove risposte per l’occupazione. Il prossimo incontro è fissato per il 19 marzo. Per quel giorno i sindacati hanno proclamato uno sciopero di 8 ore con iniziative locali.