La crisi colpisce Vimercate Distretto hi-tech chiede soldi

La crisi investe anche il distretto vimercatese dell’hi-tech. I Comuni che hanno parte della struttura sono chiamati a versare una cifra piccola, 15mila euro in totale, ma simbolica della crisi in cui versa il distretto. Un organismo che oggi coinvolge 98 aziende che sono messe in ginocchio dallo stop governativo al cosiddetto Conto energia.
Il distretto hi-tech
Il distretto hi-tech Foto Fabrizio Radaelli

La mission originaria del distretto Green & hitech Monza e Brianza è fare da catalizzatore di competenze e di finanziamenti per il rilancio dell’economia e per contrastare la crisi. Quest’ultima però sta a sua volta mettendo in difficoltà i conti del distretto, perché la mancanza di liquidità delle imprese spesso fa il paio con il ritardo nel pagamento delle quote associative o dei servizi resi. Una situazione che ha richiesto un’iniezione urgente di ossigeno, siglata dal solo Vimercatese, nelle casse del distretto che ha cuore operativo all’ex Celestica e sede legale alla Provincia di Monza. La delibera di stanziamento parla di una quota annuale di adesione. La specifica degli addetti ai lavori è che si tratterà comunque di un versamento una tantum, dunque straordinario e non ripetibile, al quale si è deciso di fare ricorso per la prima volta. L’oggetto sono i 15mila euro complessivi che i sedici Comuni del Vimercatese, in veste di soci, hanno deliberato di versare per tamponare il deficit del distretto, ancora lontano dall’autosufficienza gestionale. Esaurita la cospicua dotazione cash iniziale, risalente al 2008, con gli 800mila euro messi a disposizione dalla Provincia di Milano a fare la parte del leone ai quali si sono aggiunti le quote degli altri soci e altri 300mila euro della subentrante Provincia di Monza, ora il distretto è in affanno. “Il numero delle aziende aderenti è però cresciuto, siamo a quota 98, il che significa che ci viene riconosciuto un valore –ha detto Giacomo Piccini, direttore generale del distretto- Detto questo, la crisi economica generale è sempre più pesante. Nel 2012 il nostro bilancio ha chiuso con 100mila euro di perdita e in quell’anno abbiamo comunque realizzato oltre 400mila euro di entrate autonome. Per il 2013, pur riducendo le perdite, non riusciremo a essere in pareggio. Abbiamo chiesto ai Comuni soci un contributo una tantum”. Quali i motivi di questa difficoltà? “Alcuni nostri progetti richiedono costi significativi per essere implementati –ha aggiunto il manager- così come è vero che la mancanza di liquidità delle imprese in qualche caso si traduce nel mancato pagamento delle quote associative o dei servizi che abbiamo reso, o in qualche caso anche nel fallimento delle stesse imprese”. Scenario quest’ultimo che ha colpito in modo pesante il comparto green dopo il fermo degli incentivi statali e l’impasse del Conto energia. Aziende in ascesa, come Solarday di Mezzago, sono fallite, o ridotte al lumicino come MxGroup di Villasanta.