Crisi, licenziamenti in crescita Anche tra le tute blu della Brianza

Sono 59 i brianzoli tra le 714 tute blu licenziate in Lombardia nel mese di novembre. Sono i numeri registrati dalla Fiom Cgil nelle imprese metalmeccaniche lombarde di medie e grandi dimensioni. Che chiede l’approvazione della legge regionale sui contratti di solidarietà.
Economia, in aumento i licenziati nelle aziende metalmeccaniche
Economia, in aumento i licenziati nelle aziende metalmeccaniche cardini cardini

Sono 59 i brianzoli tra le 714 tute blu licenziate in Lombardia nel mese di novembre. Sono i numeri registrati dalla Fiom Cgil nelle imprese metalmeccaniche lombarde di medie e grandi dimensioni. Che chiede l’approvazione della legge regionale sui contratti di solidarietà.

Un dato in crescita sia rispetto al mese di ottobre del 2013 (gli esuberi erano stati 608), sia in riferimento al novembre dell’anno scorso (579). La statistica anno su anno registra un aumento del 28%. Se nel periodo gennaio-novembre 2012, i licenziati erano stati 5.061, nel periodo analogo del 2013, i licenziamenti complessivi sono saliti a 6.457.

Nella provincia di Monza e Brianza l’incremento è del 10,2% (da 657 del 2012 a 724 del 2013), il secondo più basso dopo Varese (7,6%). A Bergamo la cifra dei licenziamenti è praticamente raddoppiata, passando dai 559 dell’anno passato ai 1099, con un incremento del 97%.

E se a Brescia e Mantova c’è una leggera flessione (rispettivamente 832 contro i 920 del 2012 e 214 contro 159), in tutte le altre province si sono verificati aumenti preoccupanti omogeneamente distribuiti su tutto il territorio con picchi del 27% a Milano (1.911 licenziamenti, a fronte del 1.501 di 365 giorni orsono), del 44% a Lecco, del 23% a Como e del 39% a Cremona.

«L’aumento sia mese su mese, sia su base annua fa presagire che a fine anno verrà sfondata la soglia psicologica dei 7000 licenziamenti – avverte il segretario generale Mirco Rota – Una situazione di grande sofferenza per i lavoratori metalmeccanici della grande e media impresa, cui bisogna rispondere con interventi mirati e immediati. Con i contratti di solidarietà ci sarebbero senz’altro meno licenziamenti e i dati offrirebbero un quadro più confortante di quello che vediamo proposto adesso».