Finisce l’era del segreto bancario. Lunedì 23 febbraio è il giorno della firma del protocollo in materia fiscale che impegnerà la Svizzera a fornire i dati fiscali dei cittadini con residenza in Italia. In cambio non figurerà più sulla black list.
L’intesa viene firmata nella sede della prefettura di Milano dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan e dal capo del Dipartimento federale delle finanze della Confederazione Svizzera, Eveline Widmer-Schlumpf.
La firma dell’accordo con la Svizzera arriva «dopo un negoziato molto duro, ma importante perché elimina tutte le barriere all’informazione segna la fine del segreto bancario – ha detto il ministro – I paesi che aderiscono abbattono la possibilità di avere un segreto bancario».
La Svizzera s’impegna a fornire dati fiscali riguardanti i cittadini residenti in Italia; in cambio non figurerà più sulla black list. Per le altre questioni, in particolare l’imposizione dei frontalieri e l’accesso al mercato italiano da parte di aziende e banche svizzere, è stata definita una “road map” tra le parti.
I negoziatori intendono chiudere su questo fronte entro l’estate. In futuro i lavoratori saranno assoggettati al fisco sia nello Stato in cui esercitano la loro attività professionale, sia nello Stato di residenza. Finora le imposte venivano invece prelevate in Svizzera e riversate in parte all’Italia. Con la soluzione prevista, il Canton Ticino potrà applicare per i frontalieri un’aliquota del 70% rispetto all’imposta normale alla fonte, contro il 61,2% attuale.
Inizialmente il carico fiscale dei frontalieri non dovrebbe essere superiore a quello attuale, ma è previsto un aumento graduale. In futuro lo statuto di frontaliere sarà applicato solo per coloro che abitano in una fascia di confine di 20 chilometri. I “falsi” frontalieri saranno invece tassati al 100% in Svizzera e pagheranno prevedibilmente delle imposte anche in Italia.