Salute: Rinascente per Humanitas, aprile contro i tumori di ovaio e seno

Per tutto aprile, il 10% del ricavato degli acquisti alla Rinascente di Monza va alla ricerca contro il tumore di ovaio e seno. Iniziativa di Humanitas.
Monza Humanitas e Rinascente
Monza Humanitas e Rinascente

Lo shopping che fa bene alla salute. Per tutto il mese di aprile, il 10% del ricavato degli acquisti effettuati alla Rinascente di Monza sarà devoluto alla ricerca per contrastare il tumore dell’ovaio e del seno. La nota catena di grandi magazzini per il secondo anno consecutivo ha deciso di sostenere i progetti al femminile di Fondazione Humanitas per la Ricerca.

Salute: Rinascente per Humanitas, i numeri del tumore all’ovaio

Il tumore all’ovaio presenta ancora dati critici. Le ultime stime disponibili, risalenti al 2020, riferiscono 5.200 nuove diagnosi e 3.200 decessi, una sopravvivenza del 43% a 5 anni dalla diagnosi e una aspettativa di vita di ulteriori 4 anni. Oggi sono 49.800 le donne italiane in vita dopo una diagnosi di tumore dell’ovaio. Ancora troppo poche. Questo perché nell’80% dei casi, per via della sua asintomaticità, il tumore dell’ovaio viene diagnosticato tardivamente, in stato già avanzato o metastatico. La sfida di Humanitas è quella di batterlo sul tempo, intercettarlo in una fase più iniziale, riconoscerne le diverse tipologie per renderlo più facilmente curabile.

Salute: Rinascente per Humanitas, le ricerche

«Nel panorama terapeutico – spiega Maurizio D’Incalci, responsabile del Laboratorio di Farmacologia antitumorale di Humanitas e docente di Humanitas University – stanno destando interesse i PARP-inibitori. Questi farmaci si sono già dimostrati efficaci in caso di mutazioni nei geni BRCA1 e 2. Recenti ricerche però, a cui abbiamo contribuito in Humanitas, dimostrano che questi farmaci sono potenzialmente efficaci anche in altre pazienti, come quelle affette da tumori che presentano difetti nel meccanismo di riparazione del Dna».

Salute: Rinascente per Humanitas, i progetti per la diagnosi precoce

I ricercatori dell’equipe di D’Incalci stanno lavorando a progetti per la diagnosi precoce della malattia e stanno mettendo a punto un sistema, la biopsia liquida, per rilevare nel plasma sanguigno, anziché nei tessuti tumorali, elementi per capire se una paziente sta rispondendo positivamente alla terapia o se occorra un’altra opzione.