Ospedale San Gerardo: da Monza lo studio che “taglia” la radioterapia dopo operazione alla prostata

Monza capofila di uno studio che ha dimostrato la fattibilità di un trattamento con drastica riduzione di radioterapia per pazienti operati alla prostata.
Acceleratore lineare ospedale San Gerardo di Monza
Acceleratore lineare ospedale San Gerardo di Monza sala comandi

Una drastica riduzione delle sedute di radioterapia per i pazienti che hanno subito una operazione alla prostata. A rivelarne la fattibilità è uno studio multicentrico italiano, di cui è Principal Investigator il professor Stefano Arcangeli, direttore della Radioterapia della ASST Monza e professore associato di Diagnostica per Immagini e Radioterapia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

Ospedale San Gerardo: la ricerca “Popart” ha dimostrato la fattibilità

Lo studio è stato premiato come miglior contributo scientifico durante l’ultimo congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO). La ricerca, denominata “Popart” (Post-prostatectomy ablative radiation therapy: a multicentric prospective Italian trial), ha dimostrato per la prima volta la fattibilità di un trattamento di “radioterapia stereotassica” (SBRT) nella recidiva biochimica che può seguire un intervento di prostatectomia.

Lo studio è stato premiato come miglior contributo scientifico durante l’ultimo congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO). La ricerca, denominata “Popart” (Post-prostatectomy ablative radiation therapy: a multicentric prospective Italian trial), ha dimostrato per la prima volta la fattibilità di un trattamento di “radioterapia stereotassica” (SBRT) nella recidiva biochimica che può seguire un intervento di prostatectomia.

Ospedale San Gerardo: tecnica radioterapica che somministra dosi elevate di radiazioni solo sul bersaglio tumorale

La radioterapia stereotassica è una tecnica radioterapica d’avanguardia che consente di somministrare con estrema precisione e in modo non invasivo dosi di radiazioni molto elevate a bersagli tumorali di dimensioni limitate, ottenendone la distruzione attraverso la necrosi tumorale.

Lo studio in questione, approvato dal Comitato Etico Brianza, dimostra che è possibile effettuare un trattamento di radioterapia postoperatoria per recidiva biochimica dopo un intervento per carcinoma prostatico con sole cinque applicazioni (rispetto alle normali trentacinque). In questo modo ogni paziente può essere trattato in una sola settimana e non in sette o più settimane come avviene di norma, con una sostanziale riduzione del numero di accessi in reparto e con uno snellimento dell’organizzazione delle terapie visto che questa strategia rende più agevole il turnover nella presa in carico dei pazienti e snellisce le liste di attesa.

Ospedale San Gerardo: aiuto per pazienti anziani, fragili e lontani dal centro di radioterapia

Inoltre, la minore durata del ciclo radioterapico agevola i pazienti più anziani e più fragili e quelli che vivono lontano dal centro di radioterapia. Lo studio ha coinvolto altri centri lombardi (Papa Giovanni XXXIII Bergamo e Humanitas Rozzano) e ha rivelato che i primi trenta pazienti trattati con cinque frazioni non hanno registrato tossicità clinicamente significative e la loro qualità di vita è rimasta intatta, almeno a breve e medio termine. Al San Gerardo la sostituzione di due acceleratori lineari negli ultimi tre anni, unita all’elevata competenza del personale medico, fisico e tecnico, ha permesso di sfruttare al massimo le potenzialità dell’ipofrazionamento rendendo finalmente possibile la sua declinazione anche dopo interventi di prostatectomia radicale.