A me gli occhi. Anche in medicina una delle prime valutazioni su un paziente in stato di incoscienza è la reazione alla luce delle sue pupille. Fino a qualche anno fa questa procedura si eseguiva con una lampadina tascabile. Ora, invece, si utilizza il pupillometro, uno strumento che consente una misurazione più oggettiva e affidabile, che è stato adottato per la prima volta in Italia nel 2015 nel reparto di Neuro Rianimazione dell’Ospedale San Gerardo di Monza.
Monza: Ospedale San Gerardo primo ad adottare nel 2015 il pupillometro, che ora amplia il suo utilizzo
E il nosocomio monzese è di nuovo protagonista in materia, grazie a uno studio riguardante la pupillometria automatizzata nella prognosi di pazienti con lesioni cerebrali acute. Lo studio in questione, denominato ORANGE (Outcome Prediction of Acute Brain Injury Using the Neurological Pupil Index ) è stato coordinato dall’Università di Milano-Bicocca e ha visto la pubblicazione sulla rivista Lancet Neurology. Cinquecentoquattordici i pazienti coinvolti in tredici ospedali di otto paesi europei, tra i quali la Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori di Monza.
Monza: chiarire l’associazione tra le valutazioni della pupilla nei primi sette giorni di ricovero e l’esito a sei mesi
Lo scopo è stato quello di chiarire l’associazione tra le valutazioni della pupilla nei primi sette giorni di ricovero e l’esito neurologico a sei mesi. La pupillometria quantitativa ha consentito di rendere conforme la valutazione delle anomalie e di tracciare sottili cambiamenti nel tempo che potrebbero fornire un allarme precoce di lesioni evolutive potenzialmente catastrofiche.
Monza: come funziona il pupillometro
La telecamera a infrarossi del pupillometro acquisisce 90 immagini in 2,7 secondi, registrando l’intera risposta pupillare e fornendo un indice neurologico della pupilla (Neurological Pupil index o NPi) con valori da 0, con reattività assente, a 5, dove valori minori di 3 sono considerati anormali.
«Il monitoraggio del punteggio dell’NPi della pupilla di un paziente predice dinamicamente il suo esito neurologico e la sua mortalità in un periodo di 6 mesi – precisa Giuseppe Citerio, Principal Investigator e docente di Anestesia e Rianimazione presso il dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca – Valori bassi di NPi sono un grave allarme, associato a esiti sfavorevoli. Se l’NPi rientra in un range di valori considerato normale, il rischio diminuisce. Questo studio dà prova per la prima volta che l’NPi svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio dinamico della progressione delle lesioni cerebrali acute».