Lombarda Petroli: quattro appellanti e Monza non c’è, ma crede nei risarcimenti

LEGGI Le motivazioni - Nero su bianco la sentenza della Corte d’Appello sul caso Lombarda conferma che il Comune di Monza, ma anche, tra gli altri, la Provincia e Brianzacque non rientrano tra le parti civili “appellanti” e quindi ammesse nel dispositivo al risarcimento del danno. Il Comune è certo del contrario.
Il piazzale della Lombarda Petroli a Villasanta
Il piazzale della Lombarda Petroli a Villasanta Spinolo Massimo

«Condanna: Tagliabue Giuseppe Carlo e Crespi Giorgio, in solido tra loro e con il responsabile civile Lombarda Petroli spa al risarcimento del danno nei confronti delle parti civili Ministero dell’Ambiente, Regione Emilia Romagna, Comune di Villasanta, Aipo Agenzia interregionale per il fiume Po in ordine al reato di cui all’articolo 449 c.p. (disastro colposo) demandandone la liquidazione in separato giudizio (…) oltre a rifondere le spese».

Nero su bianco la sentenza della Corte d’Appello sul caso Lombarda conferma che il Comune di Monza, ma anche, tra gli altri, la Provincia e Brianzacque non rientrano tra le parti civili “appellanti” e quindi ammesse nel dispositivo al risarcimento del danno.

Nelle stesse carte, Comune & co. vengono citate nella conferma del risarcimento, stabilito in primo grado (comprese le spese processuali di 1.350 euro) esclusivamente a carico dell’ex custode alla raffineria, il monzese Giorgio Crespi.

Sulla quantificazione del danno alle appellanti, i giudici milanesi scrivono: «L’entità dei fatti, la gravità delle conseguenze dannose, l’impegno profuso da ciascuno di questi enti per contenere il più possibile gli effetti di un simile sversamento, il detrimento dell’immagine istituzionale anche per la risonanza mediatica (…) comportano valutazioni che sfuggono al presente giudizio trattandosi di determinare congruamente aspetti patrimoniali e non patrimoniali di diversa natura».

Il Comune dal canto suo ribadisce quanto già detto nelle scorse settimane: non è così, avremo diritto ai risarcimenti in sede civile. La convinzione dell’amministrazione comunale di Roberto Scanagatti è che ci sia un automatismo per quanti si erano già presentati come parte civile in primo grado, di fronte alla sentenza che aveva condannato soltanto il custode degli impianti di Villasanta.

In realtà alcuni, per esempio proprio il Comune di Villasanta, non si erano accontentati di vedere come sarebbe andata a finire la sentenza di appello, e quando la procura di Monza ha impugnato la decisione dei giudici in primo grado, hanno deciso di presentarsi come parte civile anche all’interno del ricorso. Monza no, è con lei tante altre: il Comune oggi continua a sostenere che di fatto non cambierà nulla e che le decisioni che verranno prese in sede civile non potranno ignorare anche le richieste dell’amministrazione comunale di Monza.

«Danni soprattutto di immagine» chiosano a palazzo, dove l’ufficio legale continua a ritenere corretta la strategia adottata di non inserirsi nel processo d’appello che ha poi condannato anche la società.