«Per come l’ho vissuta la vicenda è stata una grandissima ingiustizia, non sono stato bene dal punto di vista morale, così come la mia famiglia»: sono le prime parole, pronunciate davanti a una telecamera del Tg regionale Rai, martedì mattina, dall’ex sindaco di Forza Italia di Seregno, Edoardo Mazza, all’indomani dalla revoca da parte del Tribunale del Riesame, per cessazione delle esigenze cautelari, degli arresti domiciliari ai quali era finito lo scorso 26 settembre con l’accusa di corruzione.
Secondo la Procura di Monza e Procura distrettuale antimafia di Milano, che hanno cooordinato le indagini, condotte dai carabinieri di Desio e Seregno, Mazza avrebbe ottenuto voti dall’imprenditore Antonino Lugarà, 64 anni, secondo gli investigatori uomo vicino ai clan calabresi, in cambio del via libera a una pratica edilizia per realizzare un supermercato a Seregno.
«Lugarà? Da quello che ne so – ha proseguito l’ex sindaco – non ha fatto nulla, non ha pagato neppure un caffè». Ha anche ribadito che – come l’ex vicepresidente regionale Mario Mantovani – il costruttore non l’avrebbe minimamente aiutato dal punto di vista elettorale – «non mi risulta che si sia speso più di tanto se non per aver fatto due telefonate». Invece, ha aggiunto Mazza, lo chiamava al telefono per manifestargli: «grandissima frustrazione perchè temeva che la sua pratica fosse boicottata». «Io – ha concluso – gli ho solo garantito che la pratica, se legittima, sarebbe andata avanti indipendentemente dal suo cognome».