I pattuglioni serali dei vigili a Lissone spaccano la maggioranza

Idv ha chiesto il rinvio ma il sindaco ha tirato dritto. Delibera approvata tra le proteste delle minoranze e con una trattativa in corso tra amministrazione comunale e agenti di polizia locale. Probabile inizio dei tour il 29 maggio, servizio in convenzione con i comuni di Desio e Muggiò
Lissone - Gli agenti di polizia locale di Lissone, Desio e Muggiò dovranno fare i pattuglioni serali. Ma al momento sono in trattative con le rispettive amministrazioni comunali
Lissone – Gli agenti di polizia locale di Lissone, Desio e Muggiò dovranno fare i pattuglioni serali. Ma al momento sono in trattative con le rispettive amministrazioni comunali

Idv ha chiesto il rinvio ma il sindaco ha tirato dritto. Delibera approvata dalla maggioranza, tra le proteste delle minoranze e con una trattativa in corso tra amministrazione comunale e agenti di polizia locale. Probabile inizio dei tour serali dei vigili il 29 maggio

Polizia Locale di Lissone, Desio e Muggiò in stato di agitazione. Agenti presenti in consiglio comunale, per manifestare le loro ragioni anche all’assise lissonese. La convenzione tra questi Comuni per la gestione associata di un servizio di presidio serale della polizia locale sul territorio comunale è stata approvata tra le polemiche. E con una «spaccatura» in maggioranza: Italia dei valori, attraverso la voce del capogruppo Costantino Basile, aveva chiesto – essendo in corso una trattativa tra le organizzazioni sindacali di polizia locale e le amministrazioni comunali, con interessamento del prefetto – di rinviare la discussione al dopo accordo. Richiesta respinta.

Il servizio di presidio serale, il cui avvio era stato originariamente previsto (così almeno come comunicato in una nota stampa del Comune di Lissone) per venerdì 15 maggio, dovrebbe decollare il 29 maggio. Nel mezzo un tavolo di trattativa tra vigili e amministratori locali dei 3 Comuni. Le organizzazioni sindacali avevano comunicato al prefetto lo stato di agitazione dei lavoratori della polizia locale dei Comuni di Desio, Lissone, Muggiò chiedendo «l’attivazione della procedura amministrativa di conciliazione». Lamentando «carenza di confronto con i lavoratori, le rsu interessate e le organizzazioni sindacali ».

Con uno scenario di questo tipo, lunedì, il consiglio comunale di Lissone – dopo le approvazioni della convenzione in oggetto a Muggiò e Desio – si è trovato alla discussione del punto. Polemiche le minoranze perché lamentano una mancata informazione della questione, netta, invece, la presa di posizione del sindaco Concetta Monguzzi.

«Mi sento ancora di più comparsa – ha affermato il capogruppo della Lega Nord, Daniela Ronchi – veniamo qui senza sapere come sta andando la trattativa. Abbiamo avuto i documenti, comprese le lettere inviate dai sindacati, da altri Comuni e non da questa amministrazione comunale. Voglio ricordare che avevate inviato alla stampa, l’8 aprile scorso, un comunicato che annunciava l’avvio delle pattuglie serali dal 15 maggio… Siamo di fronte ad un conflitto tra le parti. Volete votare le convenzione oggi? Perchè? È un modo di votare alla Renzi..».

«È palese come questa convenzione sia stata fatta solo come scelta politica, senza tenere in considerazione gli attori principali – ha precisato il capogruppo di «Lissone in Movimento», Sergio Fossati (già comandante della polizia Locale che ha presentato in aula una sospensiva (respinta) – vi è stata una totale assenza di comunicazione, gli agenti non vengono considerati attori, ma solo comparse. Ed anche un’ assenza di coinvolgimento delle rsu, avuto solo nella fase terminale».

Anche per Emanuele Sana (5 Stelle) non vi è stata «condivisione del percorso». «Sul conflitto non sappiamo nulla dal punto di vista formale- ha aggiunto – sappiamo oggi dal comandante Longobardo di un tavolo aspro. Oggi dobbiamo approvare per mettere tutto in frigo. Non possiamo votare a favore. Fate proclami ad aprile, e poi si scoprono i problemi. Noi non firmiamo in bianco. I vigili vanno in strada con armi spuntate». «Il vostro è solo uno spot elettorale, niente di più – ha chiosato Andrea Carraretto (FI).