Serve un cambiamento totale della sanità territoriale per garantire a tutti il diritto alla salute. Ne sono convinti Cgil Monza Brianza, Cisl Monza Brianza Lecco e Uil Monza Brianza che martedì mattina hanno organizzato al teatro Binario 7 di Monza l’incontro “Diritto alla salute. Il cambiamento che vogliamo” coordinato da Abele Parente, segretario generale Uil Monza Brianza. La revisione della sanità lombarda prospettata dalla Regione non convince le organizzazioni sindacali. Soffermandosi sul Sistema pubblico-privato, il presidente del Consiglio di Rappresentanza dei sindaci Ats Brianza Fabio Polano, sindaco di Malgrate, ha riconosciuto come “il privato non debba scegliere le prestazioni più remunerative. Deve essere un sistema di parità che ora non c’è”.
I sindacati hanno manifestato il loro apprezzamento per alcune proposte contenute n del Progetto di legge regionale che dovrebbe essere approvato alla fine di questo mese, come la realizzazione delle case e degli ospedali “della comunità”, ma continuano a essere scettici su alcuni aspetti .
“Vorremmo che con la riscrittura della Legge 23/2015 si tuteli la salute come valore pubblico – chiede Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco – Case della comunità e ospedali della comunità non possono rimanere espressioni puramente virtuali, ma dovranno dare risposte concrete ai bisogni espressi dai territori e quindi essere effettivamente il presidio sanitario e sociosanitario che la legge già in origine dichiarava di voler attuare”.
Per Monica Vangi, segretaria della Cgil Lombardia “l’emergenza sanitaria ha evidenziato le criticità del nostro Sistema sanitario regionale e in un rapporto pubblico-privato quest’ultimo dovrebbe avere una funzione integrativa e non sostitutiva: il pubblico deve essere messo in condizione di dare risposte adeguate ai cittadini”.
“Molte persone – ha aggiunto Vangi – hanno smesso di curarsi o sono da troppo tempo ferme in lista d’attesa”.
Sulla questione delle Rsa è intervenuto Beppe Saronni, segretario Fnp Cisl Monza Brianza Lecco, evidenziando come “queste strutture già soffrano di una fuga del personale sanitario e medico indebolendo il Sistema di cura per le persone anziane e fragili”.
All’incontro è intervenuto anche il neo direttore generale di Ats Brianza Carmelo Scarcella che ha sottolineato la “difficoltà a reclutare personale sanitario: mancano igienisti, anestesisti, tecnici di laboratorio e medici. I professionisti guadagnano di più lavorando nelle cooperative. La domanda è superiore all’offerta: oggi un medico può scegliere”.
Sul nostro territorio, secondo dati forniti da Ats, a dicembre 2022 avremo 75 medici di medicina generale in meno: “Il numero chiuso delle università e la poca considerazione delle professionalità sanitarie non fanno prevedere un veloce incremento delle presenze sul territorio- ha evidenziato nuovamente Saronni – non si vede una progettualità chiara per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, che oltre che essere penalizzata dalla mancanza di figure sanitarie, non è sufficientemente sostenuta nel testo di riforma”.
Franco Stasi della Cgil di Monza e Brianza ha rimarcato le gravi carenze del personale nei pronto soccorso degli ospedali di Desio e di Carate e nel pronto soccorso pediatrico di Vimercate. Lo stesso Stasi ha ricordato che “Regione Lombardia durante la fase pandemica ha assunto 24.000 lavoratori somministrati senza che nessuno, ad oggi, sia stato confermato”. Qualche speranza è riposte nelle risorse previste dal Pnrr. “Ma – ha concluso Pierluigi Rancati della segreteria Cisl Lombardia – dobbiamo cogliere e utilizzare bene questa opportunità perchè non ci sarà un’altra occasione dopo”.