I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza hanno dato esecuzione giovedì 28 giugno a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ed ai domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Monza, nei confronti di due donne, una 59enne residente a Besana in Brianza, l’altra, 55enne, di Sirone, in provincia di Lecco, indagate per truffa aggravata. L’epilogo tra origine da una denuncia presentata alle Fiamme gialle nell’ottobre 2016, da due anziani coniugi che riferivano di essere stati vittime di una truffa architettata da una loro vicina di casa, dipendente di Poste Italiane, prima nell’ufficio di Carate Brianza (dove sarebbero accaduti i fatti contestati) e poi in quello di Monza sino al gennaio 2017.
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Secondo il racconto dei due coniugi, la dipendente postale nel 2014 aveva proposto loro di sottoscrivere un investimento finanziario a suo dire vantaggioso in quanto riservato solo al personale dipendente di Poste Italiane. Senza temere nulla, fidandosi dato il rapporto di conoscenza con la donna, le due vittime hanno versato presso le Poste, tra il 2014 e il 2016, 165.000 euro. Soldi che finivano alla 55enne besanese, che si era intestata l’investimento, e che turlupinava i clienti chiamandoli di tanto in tanto per un presunto “aggiornamento” della loro posizione, fornendo loro anche documenti con tanto di timbro delle Poste (ignare della vicenda). Il figlio della coppia si è insospettito quando ha notato alcune anomalie nelle modalità di gestione dell’investimento, come la stipula dei contratti presso l’abitazione dei clienti e la consegna di soldi in contanti. Chieste spiegazioni presso l’Ufficio Postale dove operava la consulente infedele, ha scoperto la truffa. Una delle tante.
I Finanzieri del Gruppo hanno infatti scoperto numerosi altri presunti casi di truffa verso oltre 40 persone conoscenti della 59enne (parenti, amici, vicini di casa e clienti abituali di Poste Italiane) per complessivi 1.100.000 euro, in gran parte da lei spesi nel gioco d’azzardo. Per rendere credibile il raggiro e poi eludere le richieste di chiarimenti che i clienti avanzavano sui ritardi nel pagamento degli interessi, l’indagata versava sui conti dei truffati delle somme di denaro – a suo dire anticipi sugli interessi – che provenivano dai soldi sottratti ad altri clienti.
Quanto alla sorella della ex dipendente postale, indagata quindi per concorso nel reato di truffa,avrebbe procacciato clienti rendendosi responsabile dei reati di favoreggiamento reale e ricettazione. Il servizio ha portato all’emissione da parte del G.I.P. di Monza – su richiesta della Procura della Repubblica – di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la principale indagata e agli arresti domiciliari per la sorella. La vicenda era stata trattata anche nella trasmissione tv “Mi manda Rai 3”, a marzo del 2017.